Eleonora Duse e la spiritualità domenicana: un legame poco conosciuto, ma importantissimo non solo nella sfera privata della grande attrice, ma anche in quello che fu il suo percorso artistico.
CENTENARIO Questo il tema della relazione che la professoressa Maria Pia Pagani dell’Università degli Studi di Napoli Federico II ha portato al pubblico vigevanese ieri (venerdì 22 novembre, ndr) alle 17, nell’Aula 3 dell’Università per la Terza Età e il Tempo Libero “L. Rivolta” di via San Giacomo: un lato della figura della Duse che in pochi conoscono e che non è possibile scindere dalla sua complessità artistica. L’evento, organizzato dall’Unitre di Vigevano e dalla Società Storica Vigevanese, si inserisce nel solco delle iniziative messe in atto nella città ducale nel centenario della scomparsa della “Divina” (1924 – 2024), nata proprio all’ombra della torre del Bramante, a pochi passi da quel teatro Cagnoni che ha da poco visto intitolare il suo ridotto all’attrice.
DEVOZIONE «La spiritualità di Eleonora Duse, legata alla tradizione domenicana, rappresenta una pagina profonda e poco esplorata della sua vita – spiegano gli organizzatori – Le influenze religiose si sono riflesse anche nelle vocazioni spirituali dei suoi nipoti, figli di Enrichetta e del marito Edward Bullough, docente a Cambridge, entrambi legati all’ordine domenicano. La devozione di Duse al mondo di San Francesco, a cui fu introdotta dal poeta Gabriele D’Annunzio, ha permeato la sua esistenza anche dopo la fine della loro relazione tumultuosa e creativa». Considerata una delle più grandi attrici di sempre, Eleonora Duse ha rivoluzionato il teatro moderno, fondando la sua compagnia e interpretando con maestria autori come Zola, Dumas, Verga e Ibsen. Partecipò attivamente al dibattito culturale del Novecento, mantenendo amicizie e relazioni influenti, come quella con D’Annunzio, un legame complesso e intensamente creativo, che contribuì a plasmare la sua arte e quella del poeta.
UN DONO Di quelle che erano le convinzioni spirituali, Eleonora Duse parlava spesso, in pubblico e in privato, mostrando delle concezioni sfaccettate e profonde legate al suo stesso modo di recitare, di andare sul palco: «L’attrice si riferiva spesso al corpo come a un dono da offrire al pubblico, una concezione che richiama un’idea paolina di sacrificio e spiritualità. La sua recitazione, definita “spirituale” dal critico Silvio D’Amico, trasmetteva un senso di offerta e totalità».
Non a caso, Duse menzionava spesso la Madonna nelle sue lettere giovanili, a testimonianza di una profonda religiosità».
LEGAME Non è la prima volta che Pagani porta a Vigevano un contributo legato a una delle sue concittadine più famose. La docente nel 2008 ha svolto per Pro Loco Vigevano, Istituzione Cultura Città di Vigevano e Società Storica Vigevanese la progettazione scientifica e la realizzazione della mostra documentaria “Una vita sulla scena”, svoltasi nel foyer del teatro Cagnoni, nonché del ciclo di incontri “Vigevano per la Duse. Omaggio della Città alla Divina nel 150° anniversario della nascita”, riportando alla luce in varie pubblicazioni documenti inediti relativi ai passaggi artistici della famiglia Duse nei teatri della Lomellina, e al legame, sempre poco considerato dalla storiografia critica teatrale, tra Eleonora e Vigevano.
Alessio Facciolo