Al Rotary, riflettendo sulla speranza

«La speranza ci anima nelle condizioni più difficili, dandoci il coraggio di vivere per costruire un’umanità migliore». Queste le parole del vescovo di Vigevano, mons. Maurizio Gervasoni, durante un momento di condivisione organizzato dal Rotary Club della Lomellina. Tema dell’appuntamento, proprio il Giubileo della speranza, occasione in cui il vescovo ha saputo offrire una profonda riflessione sul significato dell’Anno santo, un evento che

affonda le sue radici nella tradizione biblica e nella storia della Chiesa.

TRADIZIONE Una storia, quella del Giubileo, che è stata ripercorsa sin dalle sue origini, sottolineando come, già nella tradizione ebraica, fosse un «tempo di liberazione e rinnovamento». «Il Giubileo – spiega il vescovo – nasce come un momento di remissione e di nuovo inizio, di ritorno alla giustizia e alla verità, in cui l’uomo rinuncia alla condizione di “Homo faber”». La chiesa cattolica ha fatto proprio questo concetto, trasformandolo in un’occasione di conversione, perdono e rinnovamento spirituale.

ERRORE E COLPA Ma uno dei passaggi più intensi della sua riflessione ha riguardato la distinzione tra colpa ed errore, due concetti che spesso si sovrappongono nel sentire comune, ma che vanno compresi nella loro diversità. «L’errore è parte della nostra condizione umana, è un inciampo nel cammino – continua mons. Gervasoni – mentre la colpa invece implica una responsabilità più profonda, una scelta consapevole». Questa distinzione è fondamentale per comprendere il senso del Giubileo, che non è solo un tempo di remissione dei peccati, ma anche un’occasione per rimettersi in cammino con consapevolezza e fiducia. Ripartire è quindi possibile, ma la percezione della colpa induce due reazioni.

Vi è un primo senso psicotico di colpa – spiega – ovvero un senso di colpa che vuole coscienza della colpa, e il perdono. Quest’ultimo ci insegna a ridare fiducia e a perdonare. Solo in questo modo è possibile ricreare il mondo e stabilire la relazione in un rapporto più realistico.

RIPARTENZA Il vescovo ha poi invitato i presenti a vivere il Giubileo non solo come un evento liturgico, ma come un’occasione per rinnovare il proprio impegno nella società. «Essere uomini e donne di speranza significa costruire relazioni di pace, tendere la mano a chi è in difficoltà, riconoscere nell’altro un fratello – aggiunge mons. Gervasoni – La nostra vita è attraversata dalla colpa, ma la colpa non è l’ultima parola. È necessario ricordare che l’esperienza della colpa rende più autentica la nostra vita, suscitando il sentimento del perdono e della ritrovata fiducia».

Rossana Zorzato

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