La scomparsa di don Bressanelli

E’ venuto a mancare la scorsa settimana Don Giuseppe Bressanelli, originario di Mortara e che fu parroco a Parasacco, San Martino Siccomario e all’Immacolata di Vigevano.

I funerali si sono svolti lunedì scorsi nella Basilica di San Lorenzo a Mortara, presieduti da Mons. Vescovo.

Don Giuseppe era nato a Mortara il 15 dicembre del 1936 da Mario originario di Olevano e Maria originaria di Zeme. Matura la vocazione frequentando la Parrocchia di Santa Croce ove ha occasione di conoscere quel Francesco Pianzola che nel 2008 verrà riconosciuto Beato dalla Chiesa. Entra in seminario a Vigevano dove viene ordinato sacerdote il 18 giugno del 1961. Dopo un anno passato presso il Convitto Ecclesiastico di Pompei, il Vescovo Mons. Luigi Barbero lo nomina curato di Breme dove assiste alla morte improvvisa e prematura del suo giovane parroco; tale situazione lo segnò particolarmente in quanto erano frequenti i momenti in cui ricordava l’episodio. Dopo un periodo passato in qualità di coadiutore della parrocchia di San Cristoforo in San Pietro Martire a Vigevano viene nominato parroco di Parasacco dove vi rimane per circa quattro anni prima di essere trasferito a San Martino Siccomario nel 1973. Nel 1990, per volere del Vescovo Mons. Giovanni Locatelli, diventa Parroco dell’Immacolata in Vigevano succedendo al suo amico don Angelo Magnani.

All’immacolata rimane fino alla pensione che raggiunge nel 2011 poi prorogata dall’Arcivescovo Vincenzo Di Mauro al 2013. Si ritira a Mortara prima in una casa di proprietà e successivamente presso la Casa di Riposo Dellacà. Nel frattempo non rimane fermo poiché S.E. Mons. Maurizio Gervasoni gli chiede di reggere la Parrocchia di San Pietro Apostolo in Ceretto, piccolo paese di 200 abitanti, dove riesce però ad instaurare un bel rapporto con i fedeli e le autorità; vi rimarrà fino al 2022 quando le forze cominceranno ad abbandonarlo.
Don Peppino, come veniva chiamato dai collaboratori più stretti e amici, era una persona molto riservata, schiva. Molto legato alla liturgia applicata e soprattutto alla bella musica di chiesa come la definiva lui.
Amante del canto gregoriano studiò e si perfezionò presso l’Abbazia dei monaci benedettini situata sull’isola di San Giorgio a Venezia. Nella sua vita di sacerdote ha sempre cercato di diffondere la buona novella in modo convinto e puntuale senza mai cedere a compromessi con chi non fosse d’accordo con i suoi metodi.

Chi non lo conosceva approfonditamente non poteva cogliere quelle sfumature che stupivano coloro che invece lo frequentavano anche al di fuori delle mura ecclesiali. Una persona di fine cultura, sempre pronto ad un consiglio sincero e “diretto” a chi si rivolgeva a lui con spirito di amicizia.
Non tutti erano al corrente del bene che faceva nel segreto, aiutava frequentemente persone in difficoltà, era aperto ad altre religioni tant’è che arrivò ad assicurarsi l’aiuto concreto anche di amici musulmani.
Ricordo una testimonianza del suo compagno di studi e amico Mons. Stefano Cerri il quale, parlando di lui, diceva “carattere spigoloso ma in fondo buono e attento alle relazioni; era infatti il primo a ricordarsi di compleanni e onomastici, capace di una semplice telefonata di supporto se era al corrente di un tuo momento di difficoltà”.
Don Peppino è stato sempre molto attento alla tecnologia; ricordo già dai tempi dell’Immacolata quando, da ragazzo, lo vedevo studiare per imparare ad utilizzare computer, software e programmi sempre innovativi. Questa passione, una volta raggiunta la pensione, lo ha portato ad intraprendere una sorta di evangelizzazione del web commentando le sacre scritture per chiunque si fosse iscritto al suo canale YouTube o lo avesse seguito sulla sua pagina Facebook puntualmente aggiornata.

A giugno del 2021 ha festeggiato il sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale presso la Parrocchia di Santa Croce in Mortara, una giornata di preghiera e gioia; ricordo ancora con commozione il suo sorriso sincero e ricco di soddisfazione. Il giorno che è mancato, ha avuto la forza di inviare su WhatsApp il seguente messaggio: ”Mediante la volontà l’uomo possiede se stesso, è capace di governare la propria vita, di usare la propria libertà; perciò quando egli, con gesto d’amore, dona a Dio tutta la sua volontà, realizza il completo sacrificio di se, non si appartiene più, ma appartiene a Dio, non è più padrone di fare quello che vuole perché ha scelto Dio come unico e sovrano Signore della sua vita” (da “Intimità divina”).
Mi piace pensare che, sentendo arrivare la fine della vita terrena, abbia voluto lasciarci il suo testamento spirituale.

Marco Clerici

Le ultime

Vigevano: addio “Maddalene”, ma comunità e servizi continueranno

La comunità delle “Maddalene” continuerà a vivere attraverso la...

Gropello, nutrito calendario per la festa patronale

Pronto a Gropello il calendario degli eventi organizzati dal...

Vigevano, uno sportello per avvicinare la giustizia

Uno sportello per avvicinare la giustizia ai cittadini. Martedì...

Milano-Mortara, il dibattito: «Chi usa i mezzi perde il lavoro»

Un territorio che rischia di essere condannato allo spopolamento...

Login

spot_img