Papa Francesco, prega ora tu per noi. Un appello che la Chiesa ha lanciato al Santo Padre, le cui esequie sono state celebrate nella giornata di oggi davanti a una piazza San Pietro gremita: dei potenti della Terra, ma anche di suore, sacerdoti, giovani, poveri, gente comune. Il suo popolo, il popolo del papa degli ultimi.
COMMOZIONE La celebrazione dei funerali di papa Francesco ha scatenato la commozione tra i fedeli: per le vie di Roma (alla cerimonia, in piazza San Pietro, hanno preso parte 200mila persone), nelle chiese cattoliche di tutto il mondo (persino dalla piccola parrocchia nella Striscia di Gaza), ma anche nelle case, davanti agli schermi dei televisori e degli smartphone. D’altra parte, la vicinanza al “popolo”, agli ultimi soprattutto, è stata una delle cifre del papato di Jorge Bergoglio, ribadite anche durante l’omelia tenuta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio. «Il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione, che abbiamo visto in questi giorni dopo il suo passaggio da questa terra all’eternità, ci dice quanto l’intenso Pontificato di Papa Francesco abbia toccato le menti ed i cuori – ha detto il cardinal Re – La sua ultima immagine, che rimarrà nei nostri occhi e nel nostro cuore, è quella di domenica scorsa, Solennità di Pasqua, quando Papa Francesco, nonostante i gravi problemi di salute, ha voluto impartirci la benedizione dal balcone della Basilica di San Pietro e poi è sceso in questa piazza per salutare dalla papamobile scoperta tutta la grande folla convenuta per la Messa di Pasqua».

I VIAGGI Durante l’omelia, Re ha toccato tanti dei punti che hanno caratterizzato la missione di papa Francesco: «Conservò il suo temperamento e la sua forma di guida pastorale, e diede subito l’impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa, instaurando un contatto diretto con le singole persone e con le popolazioni, desideroso di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione alle persone in difficoltà».
«Spendendosi senza misura, in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati».
Un apostolato reso nitido anche dai viaggi compiuti: «È significativo che il primo viaggio di Papa Francesco sia stato quello a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell’emigrazione con migliaia di persone annegate in mare. Nella stessa linea è stato anche il viaggio a Lesbo, insieme con il Patriarca Ecumenico e con l’Arcivescovo di Atene, come pure la celebrazione di una Messa al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, in occasione del suo viaggio in Messico. Dei suoi 47 faticosi Viaggi Apostolici resterà nella storia in modo particolare quello in Iraq nel 2021, compiuto sfidando ogni rischio».
NO ALLA GUERRA E soprattutto, l’impegno contro le guerre: «Di fronte all’infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all’onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra diceva è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole.
La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente.
Essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta». «Papa Francesco soleva concludere i suoi discorsi ed i suoi incontri dicendo: “Non dimenticatevi di pregare per me” – ha concluso il cardinal Re – Caro Papa Francesco, ora chiediamo a Te di pregare per noi». E al termine della messa, l’ultimo viaggio verso Santa Maria Maggiore. A bordo di una papamobile (usata in precedenza per un viaggio in Oriente): il suo mezzo favorito, quello che usava per viaggiare in mezzo alla sua gente. Nella basilica sull’Esquilino il Santo Padre riposerà assieme ad altri sette papi. Il primo Papa sepolto qui fu il francescano Niccolò IV, altro sepolcro noto è quello del primo papa dominicano Pio V (che prima di essere pontefice visse per tanti anni a Vigevano, città alla quale fu sempre legato) e ora sarà anche la basilica che ospiterà la tomba del primo papa gesuita.
Alessio Facciolo