Con l’imposizione delle mani e la preghiera della Chiesa, sono stato configurato a Cristo servo nel ministero del diaconato. Questo sacramento mi inserisce in modo particolare nel mistero della Chiesa, che è al contempo corpo e sposa di Cristo, chiamata a manifestare il Regno di Dio nel mondo. Il diaconato non è semplicemente un servizio funzionale, ma una partecipazione sacramentale alla missione di Cristo che si è fatto servo per la salvezza dell’umanità. Esso è radicato nella diaconia della carità, della Parola e dell’altare, tre dimensioni che si intersecano profondamente e trovano il loro compimento in un amore donato e gratuito. La fedeltà alla preghiera dell’ufficio divino ci lega poi inesorabilmente alla Chiesa celeste, ma per un frate predicatore è una parte fondamentale della propria giornata già dalla professione solenne.
SIGNIFICATO Ma cosa vuol dire essere diacono nell’Ordine dei Predicatori? Significa vivere il ministero di servizio in modo profondamente radicato nel carisma domenicano. Il diaconato, per noi frati, non è soltanto una tappa verso il sacerdozio, ma un’occasione per incarnare con maggiore intensità il nostro motto: «Contemplata aliis tradere» («trasmettere agli altri ciò che si è contemplato»).
RADICI NELLA PREDICAZIONE il diacono domenicano è anzitutto un predicatore del Vangelo. Questo ministero ci chiama a proclamare la Parola, non solo nelle celebrazioni liturgiche, ma in ogni ambito della nostra vita comunitaria e missionaria. Come diaconi, siamo strumenti della Chiesa per annunciare Cristo presente nelle Scritture e nella vita del popolo di Dio, con una particolare attenzione per coloro che sono lontani dalla fede o emarginati.
Inviati a predicare non per cercare riconoscimenti o onori, ma per rendere visibile il volto di Dio nei piccoli, nei poveri, negli esclusi.
DOPPIO SERVIZIO Nella liturgia, il diacono è il ministro del servizio all’altare, segno visibile della Chiesa che si offre nel sacrificio di Cristo. Nel contesto domenicano, questo servizio si estende alla comunità fraterna, perché il nostro ministero diaconale non è mai separato dalla vita comune. Siamo chiamati a essere costruttori di comunione, vivendo la nostra vocazione come fratelli prima ancora che come ministri. Il diaconato ci ricorda che la predicazione autentica nasce dalla carità. Non si può predicare Cristo senza servire il prossimo. Non si può esercitare un ministero di Carità se prima non la abbiamo sperimentata in prima persona e ricercata nella preghiera contemplativa. Per un domenicano, questo significa portare la Verità con Carità, o la Carità nella Verità, come la celebre scritta nei nostri stemmi, nei luoghi di sofferenza, ingiustizia e povertà, con lo stesso zelo con cui cerchiamo la verità nelle biblioteche o nei chiostri. Il nostro studio non è fine a se stesso, ma orientato alla missione di servire l’uomo intero: mente, cuore e corpo per la salvezza delle anime.
SEGNO DI CRISTO SERVO Infine essere diacono nell’Ordine dei Predicatori significa incarnare in modo particolare Cristo servo nell’esercizio fedele dei consigli evangelici. Questo ci chiama a un’umiltà profonda, che non è debolezza, ma forza per testimoniare che la Verità che annunciamo è prima di tutto vissuta. In sintesi, il diaconato domenicano è una vita di servizio, contemplazione e predicazione, un cammino per essere non solo ministri della Parola, ma anche testimoni viventi del Verbo incarnato. Ringrazio il Signore per avermi chiamato a questa vita, la comunità di Garlasco che mi ha accompagnato con la preghiera nella preparazione di questa celebrazione, gli esempi che ho avuto in questi anni, il nostro vescovo Maurizio e infine la mia famiglia per avermi sempre sostenuto e amato! Vi benedico in Domino et Dominico.
fr. Alessandro Biasibetti OP