Il primo dicembre sarà la prima domenica di Avvento e con essa inizierà il nuovo Anno Liturgico. L’evangelista che ci accompagnerà sarà san Luca, ossia l’evangelista della misericordia di Dio. Nel suo vangelo si dona particolare attenzione alla preziosità di ogni uomo. Ogni persona è cara a Dio, il cui Verbo si fa carne in Gesù per salvarla, nello stile del buon pastore che lascia le pecore nel deserto per andare alla ricerca della pecora smarrita e fa festa con gli amici quando la ritrova e la riporta a casa. È l’evangelista che ci ha raccontato le parabole del buon samaritano e del figlio prodigo, ma è anche quello che dipinge il volto materno di Maria come madre di Dio e madre nostra nell’accentuazione del cammino di fede sostenuto dalla preghiera che cambia il mondo.
L’atmosfera che il nostro tempo ci consegna pare sconcertante. Da un lato, il canovaccio del commercio scandisce, ormai a tamburo battente, il ritmo di un mercato mai sazio e sempre più esasperato, che colora e decora di sfavillii una crisi che appare sempre più grave: il Black Friday ormai confina con gli addobbi di Natale, ma viene poco dopo i saldi e cerca rituali di festa sempre più invasivi e sempre meno capaci di dare senso, che non sia quello di incrementare il mercato. Dall’altro lato, i segnali di guerra si fanno più insistenti e gravi, sempre più basati su una logica di distruzione e di desertificazione totale come conseguenza di strategie e tattiche di guerra affidate all’intelligenza artificiale e alla tecnologia della distruzione e della supremazia. Denaro e tecnologia sembrano essere i nuovi idoli che dominano il mondo e a cui occorre dare il culto vincente.
Tutti cercano la felicità nel denaro, ma i volti della depressione e della violenza anche gratuita segnalano una smorfia vestita di sorriso. La percezione di fondo è che tutto ciò funziona, ma non convince.
Incomincia a incrinarsi la sensazione, tipica della modernità, per cui la ragione e la scienza e la tecnica risolveranno tutti i problemi dell’uomo. Ma anche si ha il dubbio che a regnare sia l’inganno, non la verità. La facilità connettiva dell’informatica e della telematica rende tutto più vicino, ma introduce la violazione sistematica del segreto del cuore e tende a rendere tutto processo e algoritmo, di cui, però, non si hanno le chiavi. E così la libertà personale, resa ebbra, si ritrova aggirata e resa inerme di fronte a ciò che non le appare immediatamente.
Una felicità artificiale e cerebrale, una felicità di mente ottenuta lavorando sul cervello, svuota a poco a poco i riferimenti del cuore, che non trova la sua radice nelle regole di formalizzazione, ma si affida allo sguardo.
Attendere il bimbo che nasce chiede un cammino di vigile attesa che susciti di desiderio, che apra il cuore al dono, che disponga a sentimenti di condivisione e di perdono, che aiuti l’introspezione sapienziale. Con questi sentimenti prepariamo il Natale, in cui inizieremo il cammino del Giubileo del pellegrinaggio di speranza che permette agli uomini di lavorare per la pace proprio a partire dalla preziosità di ciascuno anche quando si affronta e si vive la realtà del male e della colpa, accolta e vinta dalla misericordia di un Dio che si fa bimbo. Buon Avvento e buon Natale a tutti.
+ Maurizio