Una giornata per la vita e per la speranza

Domenica 2 febbraio abbiamo celebrato la 47° giornata mondiale per la vita. Quest’anno la ricorrenza è stata arricchita dalla coincidenza con la festa della Presentazione di Gesù al tempio ed è stata vissuta nel contesto dell’Anno giubilare che ci sollecita ad assumere l’orizzonte della speranza; è proprio nel segno della speranza, infatti, che la Bolla di indizione “Spes non confundit“ invita tutta la Chiesa a vivere l’anno di grazia del Signore.

In tante nostre comunità cristiane la preghiera per la vita è stata accompagnata dalla presenza colorata delle tradizionali primule che aiutano a sostenere la preziosa attività dei Centri di aiuto alla vita presenti nel territorio della nostra diocesi. La ricorrenza di questa giornata ha visto come momento centrale l’invito alla nostra chiesa diocesana a radunarsi in preghiera sabato 1 febbraio alle 21 presso il Santuario della Madonna di Pompei a Vigevano, chiesa giubilare, per vivere insieme una veglia di preghiera presieduta dal nostro vescovo, monsignor Maurizio Gervasoni. Durante la serata ci siamo lasciati interpellare dalla parola di Dio, dal messaggio dei nostri vescovi per questa giornata “Trasmettere la vita, speranza per il mondo” e da alcuni racconti di esperienze di vita per mettere in luce e riconoscere semi di speranza e per rinnovare la nostra adesione alla chiamata ad essere annunciatori della sacralità della vita. Il rito di aspersione all’inizio della celebrazione ha subito aiutato a fare memoria del dono della vita divina in noi dal giorno del battesimo. Poi si sono susseguiti quattro momenti che hanno accompagnato ad attraversare tratti del cammino della vita dal concepimento al suo tramonto. Sono stati particolarmente significativi i racconti di vita di un’ostetrica dell’Ospedale civile di Vigevano, di una famiglia chiamata a tramettere la vita nella cura e nell’educazione dei figli, di un giovane accolto anni fa grazie all’adozione da una coppia di sposi e di una volontaria dell’associazione “Amici delle cure palliative“ di Mede. I presenti sono stati sollecitati a “rianimare la speranza” promuovendo la cultura della vita e la scelta della trasmissione della vita, senza la quale, come i nostri vescovi italiani fanno notare,

nessuna forma di organizzazione sociale o comunitaria può avere un domani;

anche la benedizione invocata dal Vescovo sui genitori in attesa di un figlio ha posto l’attenzione sulla centralità di riaccendere «il desiderio dei giovani di generare nuovi figli e figlie, come frutto della fecondità del loro amore». La riflessione di monsignor Gervasoni ha invitato inoltre i molti presenti a puntare lo sguardo su Gesù, che non fa mai un discorso articolato sulla vita, ma indica costantemente l’amore per il Padre e la ricerca della Sua volontà. La veglia è terminata con la consegna a tutti ì partecipanti, da parte dei volontari del Centro aiuto alla vita e di “Pro vita e famiglia“, di un cero per ricordare di lasciare illuminare la propria vita da Cristo, vera luce di tutte le genti.

don Roberto Signorelli

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