Viaggio in parrocchia / Cassolnovo, dove tante realtà sono insieme sullo stesso cammino

La chiesa di San Bartolomeo domina un ampio piazzale nel centro di Cassolnovo.

REALTÀ UNITE Tuttavia ogni anno è il sagrato di San Giorgio, ai primi di luglio, a riempirsi di una folla festante per le celebrazioni di San Defendente organizzate dall’associazione Callerio, di cui è presidente il diacono Alberto Ascani. Due realtà unite dalla voglia di percorrere insieme il cammino ecclesiale nei rispettivi compiti: uno strettamente liturgico, l’altro più di animazione, seppure nel solco della tradizione religiosa. L’amministratore parrocchiale dal 4 febbraio 2024 è don Angelo Croera, che affianca questo compito a quello di vicario generale della Diocesi. «L’accoglienza è stata forte: ho rilevato il desiderio della gente di avere un riferimento spirituale stabile e soprattutto autorevole, non tanto per me quanto nel fatto che ci ha “messo la faccia” il Vescovo, dopo la rinuncia dell’ultimo parroco. Anche don Paolo Butta, che si occupa dei giovani, si è sentito molto accolto in questa prospettiva di rispondere alla domanda “Che cosa vogliamo fare?” e di portare un po’ di luce in eventuali zone d’ombra».

don Croera
don Croera

I FEDELI Una comunità semplice, quella di Cassolo: «A mio avviso, molto disponibile ad accogliere il ruolo del pastore che pasce il gregge tenendolo insieme anche se il percorso è difficile. Ciò che i fedeli chiedono è la disponibilità del prete, chiunque sia, fuori dagli schemi di ruolo, in un cammino di speranza». Di cosa ha più bisogno questa comunità? «Lo scopo della comunità cristiana è l’annuncio del Vangelo, ma è necessario che lo testimoni, sia contenta di viverlo e diventi un segno: altrimenti non è né luce né sale, diventa qualcosa di insipido e dà vita a situazioni non belle. Fondamentalmente abbiamo affrontato tre problematiche: relazionale, strutturale, economica. La prima ha permesso di riflettere su atteggiamenti concreti, che partendo dalla necessità dell’amore reciproco hanno portato a lasciar perdere chi avesse torto o ragione, e a vivere la comunità».

La seconda ha dovuto fare i conti con interventi urgenti agli edifici parrocchiali per il nubifragio del 2023. La terza è stata risolta facendo fronte ai debiti preposti e considerando che si impongono altri lavori.

COSA SERVE Cosa augura ai cassolesi? «Di riprendere insieme ai pastori quel cammino partito dal Concilio e recepito dal Sinodo, che esige un’apertura al futuro con gli atteggiamenti del vivere in comunione favorendo la partecipazione, per assumere l’atteggiamento missionario di una Chiesa aperta, accogliente e inclusiva; il tutto con un’attenzione all’iniziazione cristiana portata avanti coinvolgendo le famiglie».

Mattia e Simone, amici da sempre

simone e mattia cassolo
Simone e Mattia

I bambini che frequentano l’oratorio di San Luigi Gonzaga, a Cassolnovo, sono una ventina, e possono contare su 15 giovani animatori guidati dal 37enne Mattia Vanini, che svolge la professione di insegnante di sostegno. «L’oratorio è aperto la domenica – spiega Mattia – e gli animatori si ritrovano ogni sabato per organizzare le attività della settimana. Adesso poi c’è anche da preparare i locali della Casa del giovane, e le cose da fare non mancano. Io ci sono ogni due settimane, anche per via degli impegni familiari, ma per fortuna tra i più grandi ci sono altri animatori che mi aiutano a gestire gli incontri di preparazione del gruppo». Uno di loro è Simone Di Napoli, 18 anni, studente universitario di scienze motorie alla Statale di Milano. «Mattia è stato il mio primo animatore quando ero più piccolo – racconta Simone – e poco a poco ho seguito il suo esempio: dall’anno scorso sono rimasto il più grande nel gruppo degli educatori, e questo impegno mi lascia un senso di gratitudine perché so che sto aiutando qualcuno. L’affetto dei bambini poi è travolgente». Mattia conferma: «In questa attività più si dà e più si riceve. Dai piccoli imparo molto, lo vedo anche nel mio lavoro di insegnante di sostegno, che in questo periodo mi ha portato ad assistere una ragazza non vedente: quello che ricevo è più di quello che do».

Davide Zardo

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