Sono due, per la chiesa della Beata Vergine di Garlasco, gli avvenimenti che caratterizzano il 2024: il rifacimento del sagrato con la nuova facciata, e il 30° di ordinazione di don Mauro Bertoglio, parroco dalla fine dell’ottobre 2020.
LE INIZIATIVE «Sono due eventi vicini nel tempo ma non collegati tra loro – spiega don Bertoglio – e che comunque abbiamo festeggiato con gioia e gratitudine. Tra l’altro, caso più unico che raro, la chiesa è proprietà del Comune, quindi ringrazio il sindaco Simone Molinari per essersi fatto carico della spesa per i lavori». Don Mauro è arrivato nel pieno periodo della pandemia, e si è dato subito da fare. «Sono stato accolto molto bene – racconta – da una popolazione che si mette facilmente in gioco nella dimensione del volontariato. Lo abbiamo visto per gli aiuti all’Ucraina, la collaborazione tra l’impegno civile e quello parrocchiale è stata il segnale di un tessuto sociale positivo».
L’ORATORIO «Grazie alle offerte della comunità, poi, non abbiamo mai fatto fatica a sopperire alle scadenze mensili del mutuo per l’oratorio San Giovanni Bosco, voluto dal mio predecessore don Angelo Croera. Nella popolazione c’è un’attenzione molto forte a questa struttura educativa. Possiamo senz’altro dire che la caratteristica dei garlaschesi è la generosità. Il ritratto tipo del fedele, qui, è quello di una persona di età media legata alle tradizioni, che dal punto di vista umano ha un segnale d’attenzione per i fatti quotidiani. Quella che cerchiamo di dare in parrocchia è una cura particolare per le famiglie, passando attraverso un percorso catechistico che intende compattare le giovani coppie che hanno riscoperto il valore della fede».
LA COMUNITA’ Una comunità attenta ai bisogni del prossimo, quindi. Ma di cosa hanno più bisogno i fedeli che ne fanno parte?
«Viviamo un periodo – spiega don Mauro Bertoglio -– caratterizzato da un grosso passaggio di fine della cristianità che nelle giovani generazioni rallenta molto l’approccio al Vangelo, ma che come aspetto positivo ha il fatto di essere una scelta, non un obbligo o un’abitudine. L’obiettivo è portare i ragazzi a una scelta cristiana, per far parte di una comunità. Altrimenti l’aspetto che può dominare è l’abbandono senza motivazione. Quello che auguro a questa comunità è di vivere una dimensione comunionale, vissuta insieme, con valori positivi umani per la costruzione di qualcosa di buono e bello. È finito il tempo delle divisioni, si prepara una via favorevole per la testimonianza cristiana».
«In cammino come la Chiesa» 
La chiesa di Garlasco cammina insieme, compatta. Come fanno i coniugi Stefano Bettanti e Alessandra Comelli, uniti nella vita e nel volontariato. Lui è il presidente dell’associazione “Fare domani” e membro del Movimento cristiano lavoratori; lei lavora all’Ordine degli ingegneri. Entrambi sono impegnati come catechisti e lettori alla Messa, oltre a far parte del consiglio pastorale parrocchiale e ad esser stati componenti per due mandati del consiglio pastorale diocesano. «Siamo sposati da 30 anni – racconta Stefano – e abbiamo frequentato l’oratorio, dove 15 anni fa don Angelo Croera ci ha incoraggiato a diventare catechisti, dopo aver preso parte dal Cammino di Santiago. Da allora camminiamo insieme, uno accanto all’altro ed entrambi nella comunità parrocchiale». Stefano e Alessandra non hanno figli, ma ne hanno trovati tanti nelle lezioni di catechismo. «Insieme ai nostri allievi – spiega Alessandra – abbiamo adottato a distanza una bambina, e questo li ha responsabilizzati. Si sono lasciati coinvolgere anche in uno spettacolo sul cammino dei Magi, e questo cammino continua con loro. Quella che ci torna indietro come ricompensa per la fatica (dove ci stanno anche le arrabbiature) è una grande soddisfazione».
Davide Zardo