«Nuova alleanza contro il declino»

L’arresto del sindaco di Vigevano ha aperto una nuova fase di crisi politica nella città, che si riflette non solo sulla stabilità amministrativa, ma anche sulle prospettive future. Mentre la maggioranza cerca di riorganizzarsi, le opposizioni si interrogano su come offrire un’alternativa credibile e solida. Diverse le voci e le opinioni, che delineano scenari e soluzioni per un possibile cambio di rotta.

CITTA’ IN DECLINO «Le prossime amministrative potrebbero essere prima del previsto, e credo che il quadro sarà ben diverso da quello dell’ultima volta», afferma Arianna Spissu, segretaria del Pd, mettendo in evidenza la frammentazione della destra, con Forza Italia divisa, una Lega travolta dalle vicende giudiziarie e Fratelli d’Italia in attesa. Spissu sottolinea però che anche dall’altra parte si avverte un fermento: «C’è un mondo variegato che si prepara a correre per dare un’alternativa valida a questa amministrazione scialba e grigia – aggiunge – Questa è davvero “l’ultima chiamata” per una città che sta morendo sotto i nostri occhi». L’obiettivo, secondo Spissu, è costruire una visione innovativa e condivisa:

Vigevano ha bisogno di un leader forte, capace di fare squadra e di compiere scelte coraggiose per risollevarla.

GRAVE CRISI CULTURALE Per Luca Bellazzi (Polo laico), la crisi di Vigevano non è solo politica, ma soprattutto culturale: «Un tempo i nostri competitor erano città come Novara, ora fatichiamo a reggere il confronto persino con realtà come Casale Monferrato». Bellazzi auspica un cambio di rotta basato sulla società civile: «Serve una persona che rappresenti davvero la città e non se stessa, qualcuno che lavori per il territorio e porti risultati concreti. Questo è l’unico modo per invertire il declino che ci sta soffocando».

NUOVA ALLEANZA «Fare previsioni è sempre difficile, ma immagino che l’opposizione dovrà contrastare un gruppo di potere che governa da troppi anni la città e che si è dimostrato incapace», sostiene Silvia Baldina, rappresentante del Movimento 5 Stelle. L’unica via di svolta la vede nella collaborazione, vera e possibile chiave per il cambiamento: «Le opposizioni devono unirsi attorno a un candidato sindaco fuori dagli attuali schemi politici, capace di raccogliere le migliori energie della cittadinanza». Baldina conclude con un auspicio: «Il sogno è costruire un’alternativa seria e credibile che dia fiducia ai nostri concittadini».

ROMPERE IL SISTEMA Edoardo Casati (Rifondazione) mette l’accento sull’aspetto strutturale della crisi: «Dalla vicenda giudiziaria emerge un sistema incancrenito fatto di commistioni tra politica e interessi economici locali. Non si può governare davvero per il bene della città se non si rompe questo sistema di potere».
Casati invita le opposizioni a non limitarsi a criticare l’attuale amministrazione, ma a proporre un cambiamento profondo:

Non ci precludiamo il dialogo con nessuno, ma è essenziale mettere in discussione un modello che ha fallito. Solo così si può costruire un’alternativa reale.

STOP PURE PER SUVILLA Oltre al centrosinistra, anche sul fronte opposto c’è chi non ne può più della situazione. Uno di questi è Furio Suvilla, ex leghista, ora sul fronte liberal conservatore, che punta subito il dito: «Adesso, dopo Ciceri, deve dimettersi il sindaco. Non ci sono gli estremi per andare avanti, la giunta non è in condizioni di governare, non c’è la maggioranza. Siamo 12 a 12, e i tre consiglieri di Forza Italia, che hanno sostenuto la giunta astenendosi dal votare il bilancio, hanno posto delle condizioni: “Vi salviamo ma solo fino a qua”. Occorre un nuovo governo che possa guidare la città, e i vigevanesi ne hanno bisogno». E per le prossime elezioni? «È presto per pensarci, ma che sia di destra o sinistra ci vuole una formazione competente, con un assessore che dica almeno tre parole in italiano».

Andrea Sala ammette: «È navigazione a vista»

Oggi nessuno può dire quale sarà il futuro politico e amministrativo di Vigevano. Al di là delle rassicurazioni di facciata che arrivano dalla giunta e da una parte della maggioranza, la realtà è ben diversa e lo certifica con trasparenza il segretario vigevanese della Lega e consigliere regionale Andrea Sala (nella foto): «Non è possibile dare una risposta, perché ci sono troppe incognite nell’equazione che impediscono di risolverla. Le incognite sono superiori al sistema di equazione». Insomma troppe le variabili che possono intervenire da qui alla primavera del 2026 (quando si dovrebbe votare se la consiliatura andasse a scadenza naturale) per un’amministrazione che in questo momento non ha una maggioranza in quanto i consiglieri comunali di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Vigevano Riparte sono pari a quelli di minoranza (Pd, Movimento 5 Stelle, Polo Laico, Partito liberal-conservatore e “l’altra Forza Italia”).

CONVERGENZE L’unico orizzonte possibile sembra quello ristretto della navigazione a vista sperando di non incontrare scogli, iceberg né mare troppo mosso, cercando al contempo convergenze sulle singole partite. Sempre Sala sembra indicare una strada quando, commentando la scelta della Forza Italia di opposizione di votare la sfiducia e astenersi sul bilancio consentendo alla maggioranza di approvarlo (tra una votazione e l’altra devono essersi accorti che avrebbero fatto cadere una giunta che al momento è affidata a un sindaco “pro tempore” dello stesso partito), spiega: «Credo che la possibilità di agire senza vincolo di mandato sia fondamentale in politica. Molte volte è stato criticato, ma il libero arbitrio previsto dalla Costituzione dà la possibilità di volta in volta di ragionare».

FORZA ITALIA E FDI E il “di volta in volta” sarà il modus operandi della cosiddetta Forza Italia ufficiale. «Dopo il bilancio vedremo», hanno ripetuto a gran voce più volte il segretario provinciale Antonello Galiani e quello vigevanese Marco De Marziani, che ha inoltre chiesto un incontro con gli alleati per una vera e propria rifondazione del centrodestra. Richiesta che, per il momento, non ha avuto un seguito e, soprattutto, risposte, nè da parte della Lega nè da parte di Fratelli d’Italia. Claudio Mangiarotti, segretario provinciale di Fdi, aveva tagliato corto prima di Natale: «Per me non c’è da rifondare proprio nulla. Forza Italia si faccia viva. Noi ci siamo e il centrodestra esiste».

Ms, Gds.

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