Piattaforma in tilt e i medici tornano a carta e penna

Digitalizzare il sistema sanitario per rendere più fruibili i servizi ai cittadini, ma anche ai medici di famiglia. Una buona intenzione, ma i server di Regione Lombardia finora non sono stati in grado di reggere l’aumento di traffico e l’iniziativa ha costretto i medici a prendere in mano, al posto del mouse, carta e penna. 

NUOVA PIATTAFORMA Il progetto “Sgdt” della Regione ovvero Sistema di gestione digitale del territorio è stato presentato già nel 2022, lo scopo di questa piattaforma è quello di aiutare le organizzazioni che si occupano di salute a fornire le cure migliori, usando la tecnologia e diffondendo servizi di telemedicina in tutta la regione. Premessa più che incoraggiante per il sistema sanitario e i tanti medici, se non fosse che al rilascio della piattaforma ci sono stati molti disagi e malfunzionamenti che hanno compromesso il lavoro dei medici di medicina generale.  

DISAGI «Siamo molto delusi e arrabbiati – spiega il dottor Giorgio Rubino, presidente dell’associazione medici di famiglia di Vigevano e Lomellina – è stata presente per pochissimi giorni e in poco tempo Ats ha provveduto a toglierla a causa dei moltissimi malfunzionamenti». Quella che doveva essere una novità e una svolta per il lavoro dei medici di medicina generale è stato in realtà un vero e proprio fallimento, visto che nemmeno il link di autenticazione funzionava. «Per accedere alla nuova piattaforma – continua Rubino – avremmo dovuto fare accesso tramite un link, ma nemmeno quest’ultimo si è aperto».

Per ovviare a questi problemi ci è stato detto di utilizzare il vecchio modulo cartaceo di otto anni fa, una vergogna

«Ora che è stata tolta, continueremo a utilizzare la vecchia piattaforma finché il tutto non verrà sistemato definitivamente».  

NESSUN PREAVVISO Disagi che, oltre a riguardare il non funzionamento di Sgdt, riguardano anche la poca collaborazione da parte di Regione e Ats nei confronti del personale sanitario. «Oltre a essere stato un fallimento – prosegue il presidente di Amf – siamo stati avvisati pochi giorni prima dell’effettiva entrata in scena della nuova piattaforma. Qualche giorno dopo Natale infatti ci è arrivato un avviso secondo cui avremmo dovuto utilizzarla a partire dal 2 gennaio, cosa che poi alla fine non si è verificata per l’inefficienza del sistema». Che ha determinato la retromarcia di Ats in attesa di risolvere i vari problemi. «Noi vorremmo fare i medici e non perderci in tutta questa inutile burocrazia – dichiara il dottor Luca Bellazzi, medico di famiglia –

Creano queste nuove piattaforme senza nemmeno chiedere collaborazione e pareri a noi medici che le dovremo poi utilizzare.

Spero che questo fallimento serva da lezione per poter coinvolgere maggiormente il personale sanitario interessato, perché l’idea di un unico sistema è davvero un’ottima soluzione, ma dev’essere studiato al meglio per non creare ulteriori disagi a una situazione già difficile di per sé». 

Rossana Zorzato 

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