Provinciali, giochi senza sorprese. O quasi

I giochi sono fatti da un pezzo. Sia a destra sia a sinistra non dovrebbero esserci sorprese, eppure la politica provinciale si presenta alle urne con frizioni sotterranee che potrebbero cambiare gli equilibri.

IL MECCANISMO Va sottolineato che, a differenza delle elezioni politiche e comunali, queste non sono a suffragio universale. Si tratta infatti di elezioni di secondo livello, nelle quali non saranno i cittadini a votare direttamente, ma solo i sindaci e i consiglieri comunali dei 185 Comuni che fanno parte della provincia di Pavia, che avranno un peso diverso in funzione della popolazione, ragione per cui un voto di Pavia, Vigevano, Voghera o Mortara sarà più importante di tanti voti dai centri minori. Alla luce di questo meccanismo si comprende anche il ruolo che potrebbero giocare proprio Pavia, dove c’è una maggioranza consiliare di centrosinistra, così come Vigevano e Mortara, visto che nella città ducale il centrodestra ha più “grandi elettori” ma sono note le rivalità tra partiti “alleati” (ed esistono ben due gruppi di Forza Italia) e in quella dell’oca si è appena dimesso il sindaco Gerosa, con la politica cittadina in subbuglio. Basterà aspettare l’election day del 29 settembre per sapere se ci saranno scossoni: si voterà dalle 8 alle 20 presso l’istituto Volta di Pavia.

Non si sceglierà un nuovo presidente, in quanto Palli terminerà il mandato nel 2025. In seno al Consiglio saranno distribuite le deleghe settoriali.

A DESTRA Il centrodestra si presenta all’appuntamento con un’unità dichiarata sin dall’inizio di settembre, come da comunicato stampa: «Dopo intense settimane di lavoro e di interlocuzioni abbiamo trovato l’accordo per la definizione di una lista unica». Lo avevano sottoscritto Jacopo Vignati, Claudio Mangiarotti, Antonello Galliani e Alessandro Cantoni, rispettivamente referenti provinciali di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lombardia Ideale, a margine di un vertice che aveva dato il via libera alla lista unitaria “La Provincia dei Comuni – Palli Presidente”. Una sorta di ricompattamento del centrodestra che ha fatto registrare alcune bocciature importanti: quella di Elena Nai, ex sindaco di Gambolò, ad esempio, per alcuni è stata una sorpresa.

A SINISTRA Anche con la lista del centrosinistra, “La casa dei Comuni”, l’altro fronte ha cercato di mettere insieme un po’ le varie anime della sinistra sul territorio. Non c’è dunque solo il Pd, che alle ultime elezioni ha scompaginato in parte gli equilibri, conquistando un comune importante come Pavia. Si leggono infatti nomi di gruppi civici e di esponenti del Movimento 5 Stelle. Un tributo più o meno convinto al cosiddetto campo largo che in alcuni comuni di piccola e media grandezza è stata la formula vincente per scardinare in parte il dominio decennale della destra.

LE LISTE Tra i candidati della lista “La Provincia dei Comuni – Palli Presidente” i lomellini sono Daniela Bio, consigliere di Castello d’Agogna e vice presidente uscente, Serafino Carnia, consigliere di Ottobiano, Antonio Costantino, sindaco di Gambolò, Paola Patrucchi, sindaco di Cozzo, Giuseppe Squillaci, consigliere di Vigevano. Sul fronte del centrosinistra,nella lista “La casa dei Comuni” l’unico lomellino è il consigliere comunale di Vigevano, nonché ex segretario cittadino del Pd e candidato sindaco alle ultime elezioni, Alessio Bertucci. Con lui anche la pavese Milena D’imperio, già vice presidente nell’ultima amministrazione provinciale a guida del centrosinistra (quella di Daniele Bosone).

Massimo Sala (ha collaborato Gds)

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