«Ma come sei magra». «Mangi anche questo? Non è troppo?». «Sei ingrassata, ora stai molto meglio: non hai più il viso scavato». Queste possono sembrare delle semplici frasi, forse anche un po’ innocenti, eppure possono diventare macigni. Non sempre si conosce la persona con cui si interagisce e difficilmente si conosce, davvero, tutto quello che ha passato o sta passando, perciò semplici commenti possono diventare delle vere e proprie bastonate capaci di risvegliare demoni sopiti o tenuti a bada con impegno, percorsi psicoterapeutici e comprensione delle persone che ti vogliono bene. Come la testimonianza di Serena che parla di forzatura e giudizio, di come non facciano altro che peggiorare le patologie di disturbo alimentare e nutrizionale.
Molte volte mi sentivo gli occhi puntati addosso e dovevo sorbirmi frasi giudicanti. Siamo persone come le altre e come tali vorremmo essere trattate: con affetto e senza sentirci giudicate.
COME CAPIRE? Questa è solo una delle testimonianze presentate durante l’iniziativa “Vigevano città di tutti” tenuta sabato 15 Marzo, giornata del fiocchetto lilla – che serve proprio a sensibilizzare sulle tematiche dei Dna – presso l’Auditorium San Dionigi di Vigevano. Una conferenza che, aperta dalla vice sindaco facente funzioni Marzia Segù, ha visto gli interventi di Elisa Pisocri (dietista clinica ed esperta in disturbi dell’alimentazione e della nutrizione) e di Magherita Bolti (psicologa clinica, anch’ella esperta di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione). La domanda delle domande che si fanno le persone (soprattutto genitori preoccupati per la possibilità che lo spettro di questi disturbi aleggi sui propri figli) riguarda i campanelli d’allarme che ci possono far sospettare una condotta non sana rispetto al cibo. Davanti a una sala piena (tra personale sanitario, insegnanti, genitori ed educatori) le due dottoresse spiegano questi “sintomi” che non devono essere colti separatamente rispetto al tipo di vita che conduce una persona. Come per le malattie più comuni anche qui i sintomi variano da quelli molto blandi a quelli, invece, meno: un’attenzione ossessiva al cibo e anche al proprio corpo (alcune volte anche dalla più tenera età), un cambiamento che può manifestarsi sia nei comportamenti quotidiani (il passare da preferire vestiti stretti a vestiti larghi o il passare dal pesarsi una volta ogni tanto al consultare la bilancia quotidianamente) sia nella sfera o delle cosiddette “condotte compensatorie” (l’andare subito in bagno non appena si termina di mangiare) o dei comportamenti relazionali che si mettono in atto (tra cui l’evitare di mangiare in compagnia e il tagliare gli alimenti in pezzi molto piccoli). Se si notano, quindi, che fare? «Il primo step – conclude la dottoressa Bolti – è sempre quello di rivolgersi al medico di medicina generale. Se si ha un sentore di questi disturbi ci si rivolge al medico e si può, parlandone con lui, optare per una visita specialistica in uno degli ambulatori come il nostro. Stessa cosa, nel caso di un minore, rivolgendosi al pediatra»
PARLARNE Intanto c’è il perché è importante parlarne e quanto effettivamente se ne parla nell’ultimo periodo: «Oggi – spiega Pisocri – se ne parlerà sicuramente per la giornata specifica in cui ci troviamo, tuttavia riconosciamo che negli ultimi anni c’è una attenzione maggiore proprio a livello ministeriale, anche per via della pandemia da Covid-19 che ha causato un oggettivo incremento dei casi». Per anni si è parlato molto poco di questo tema che però coinvolge molte persone: non sono soltanto le persone direttamente affette da uno dei disturbi alimentati o nutrizionali, ma a essere coinvolte sono anche le famiglie di queste persone e, in generale, potremmo dire tutte quelle persone che hanno un rapporto su chi manifesta queste problematiche. «Noi interpretiamo la realtà partendo dalle basi che ci danno le persone con cui abbiamo un qualsiasi tipo di relazione» spiegano entrambe le relatrici. Negli ultimi anni poi l’elemento preponderante sono anche i social, che hanno prodotto l’imposizione di modelli da parte di persone (“personaggi”) che in realtà non lo sono affatto.
Edoardo Casati