Sempre più restrizioni sulla peste suina

Si stringono le maglie. La nuova ordinanza varata il 29 agosto dal Commissario straordinario alla Peste suina africana Giovanni Filippini e che rimarrà in vigore fino al 30 settembre prevede più misure di biosicurezza e maggiori interventi di restrizione per Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia.

IN PROVINCIA Per quanto riguarda la provincia di Pavia, analogamente a quanto previsto sul territorio regionale, i comuni dove sono stati localizzati gli allevamenti suini interessati dalla Psa sono stati inseriti in Zona di sorveglianza e Zona di protezione. In queste zone rimane il divieto di movimentazione dei suini in entrata o in uscita dall’allevamento, a eccezione dei casi in cui le carni siano da destinarsi al trattamento che renda inattivo il virus, vale a dire cottura e macello.

VETERINARI STOP Una novità di rilievo riguarda il divieto di ingresso nelle aziende suinicole anche a veterinari liberi professionisti. «E’ stato vietato l’ingresso di qualsiasi persona, compresi i veterinari liberi professionisti, i tecnici di filiera, i mangimisti nonché di qualsiasi altra persona non direttamente connessa con la gestione quotidiana degli animali – fanno sapere dal Dipartimento veterinario di Ats Pavia – e vietata qualsiasi manutenzione o lavoro ordinario non strettamente connessi a interventi a garanzia del benessere animale, che dovranno essere preventivamente autorizzati dal servizio veterinario territorialmente competente». Intanto sono 13 i focolai di Psa accertati in provincia di Pavia da Ats, dei 18 complessivi presenti in Lombardia, in altrettanti allevamenti, mentre vanno avanti anche le operazioni di spopolamento, le cui modalità operative sono state concordate con gli allevatori nel rispetto del benessere animale e della sicurezza degli stessi operatori.

RICHIESTE Gli effetti delle restrizioni contro la peste suina sulla suinicultura italiana non fanno che continuare ad allarmare le associazioni di categoria. «Gli ultimi focolai rappresentano un segnale allarmante e ci fanno capire di come la situazione abbia raggiunto livelli emergenziali – denuncia Silvia Garavaglia, presidente di Coldiretti Pavia – il primo passo da compiere deve essere quello di erogare gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dal virus e che continuano a trovarsi in difficoltà». Secondo Coldiretti Pavia gli interventi più urgenti sono «i risarcimenti alle scrofaie anche su fermo aziendale, il risarcimento agli allevatori da ingrasso per mancato reddito, contributi per le aziende».

Edoardo Varese

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