Meno tasse incassate, meno servizi ai cittadini: e così quanto non regolato dagli evasori è tolto, talvolta anche direttamente, dal portafogli di chi paga. Un assioma che vale a ogni livello, dallo Stato ai piccoli enti, ma che pesa ancor di più proprio sui comuni italiani, le cui limitate risorse dipendono per il 40% dalle imposte locali. Che spesso sono però evase o eluse.

EVASIONE Un report dell’Osservatorio conti pubblici italiani dell’Università Cattolica pubblicato lo scorso anno rileva come i comuni del Belpaese riescono a incassare in media solo il 78% dei propri tributi, con il 10% del totale che incassa meno del 55%. I comuni virtuosi sono generalmente al Nord con picchi anche del 90% di tasse incassate, ma dall’analisi presentata in occasione della conferenza sulla Finanza e l’Economia Locale, svoltasi il 25 gennaio 2024 a Roma, si evince come alcune zone della Lomellina siano più vicine al Meridione, con un tasso di riscossione che si ferma tra il 57% e il 71%. Le principali imposte comunali sono l’Imu, la tassa sulle seconde case, e la Tari, quella dedicata alla raccolta dei rifiuti: di queste, sempre secondo l’Osservatorio, i comuni non incassano il 22% (Imu) e il 40% (Tari).

MULTE Un trend simile lo seguono le multe stradali: secondo i dati presentati dall’Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia locale) nel dicembre scorso, la media nazionale di sanzioni che “evaporano” è del 28.4%, con picchi di oltre il 40% nel Sud Italia. L’articolo 208 del Codice della strada dispone che la somma incassata dalle multe sia destinata all’attuazione del Piano nazionale della sicurezza stradale, alla manutenzione delle strade, alle attività di controllo e in generale all’ammodernamento della viabilità. Volendo fare una semplificazione: meno sanzioni recuperate vuol dire più buche nell’asfalto e meno segnaletica, meno ciclabili, meno controlli.

GLI STRUMENTI I comuni come possono correre ai ripari? «Si tratta di un problema di inefficienza degli uffici tributari dei comuni? Questi vanno rafforzati con interventi gestiti anche da parte dello Stato centrale, per esempio consentendo l’assunzione di personale dedicato o con l’accorpamento degli uffici tributari dei diversi comuni – propone l’Osservatorio della Cattolica – Si tratta di un problema di informazioni ancora insufficienti? Questo problema dovrebbe essere risolto integrando e mettendo in comunicazione tra di loro le varie banche dati esistenti». E ancora, in caso di «contribuenti renitenti al pagamento» si può agire «rivedendo il rapporto tra i comuni e l’Agenzia delle Entrate». I benefici sarebbero diffusi: L’Araldo si è già occupato del caso di San Lazzaro di Savena, comune emiliano che coi soldi recuperati paga le rette dei nidi per tutti, ma non è l’unica “good practice”: a San Giovanni in Persiceto, sempre in Emilia, tra il 2019 e il 2020 ha recuperato oltre 3 milioni di crediti insoluti, usandoli poi per realizzare opere pubbliche… e per abbassare le tasse a tutti.

Alessio Facciolo

1Vigevano, Tari e multe non pagate: il Comune puntualizza

Sul fatto che a Vigevano le multe e la Tari le pagano in pochi, il Comune non è d’accordo. A palazzo municipale contestano anche che i dati 2024, emersi da una delibera di giunta dedicata al riaccertamento ordinario dei residui, rivelerebbero un problema crescente, con un mancato introito di 2 milioni di euro. E ricorda che «in base al principio contabile della prudenza, le amministrazioni devono verificare annualmente la fondatezza e l’esigibilità di crediti e debiti».

Questo processo consente di individuare crediti inesigibili o errati e debiti prescritti, con la possibilità di stralciare crediti non riscossi da oltre tre anni.

SULLA TARI Il Comune sostiene di aver rivisto il ruolo Tari, applicando riduzioni per utenze domestiche e non domestiche in seguito a variazioni come cessazioni di attività o riduzioni di superficie. «Le riduzioni sono state concesse anche a chi ha dimostrato di aver riciclato una percentuale minima di rifiuti. L’amministrazione invita i cittadini a comunicare eventuali variazioni per evitare errori nell’emissione della tassa». Il riaccertamento ha riguardato anche i Lavori Pubblici, «con una re-imputazione delle entrate legata alla modifica del cronoprogramma di progetti Pnrr».

SULLE MULTE Per le violazioni non pagate, infine, «sono stati effettuati accertamenti sui ruoli emessi entro 5 anni dalla contravvenzione. Situazioni come decesso, irreperibilità o errori nell’emissione delle ingiunzioni possono portare allo stralcio delle cartelle». No dunque a espressioni come “una beffa per gli onesti” e “paradiso fiscale”, perché temini che veicolano «un messaggio non veritiero che il Comune respinge». Precisazioni importanti, ma il documento diffuso dal Comune non contiene neppure un dato: solo dichiarazioni di principio. Basterebbe risponde ad una semplice domanda: quanto deve pagare chi non lo ha ancora fatto.

Ms

2Mortara: rifiuti, il credito non riscosso è al 35%

Mortara in alto mare, per usare un eufemismo, tra multe e Tari non pagate e che devono ancora essere riscosse. «In tutto abbiamo un 35% di credito non riscosso – spiega Laura Gardella, vicesindaco della città dell’oca con delega al bilancio – mi rendo conto che si tratta di un numero decisamente elevato, ma è in larga parte una situazione che abbiamo ereditato. Abbiamo dato incarico a una società che si sta occupando della riscossione coattiva, perché i revisori dei conti ci hanno sollecitato più volte a fare il punto della situazione. L’incarico che come Comune abbiamo affidato a dei professionisti del settore è partito verso la fine di gennaio. Entro maggio avremo dei dati sicuramente più precisi e valuteremo in che modo procedere».

Possiamo fare solo quello che è in nostro potere, siamo consapevoli che il mancato pagamento di Tari e multe è un tema che riguarda tutti.

IL DECIMO IMPENITENTE Una cosa che, prendendo in considerazione il 2024, Mortara non si è fatta mancare sono le multe. Sono state infatti accertate violazioni del codice della strada per una somma di 1345181.27 euro. Di questo importo però nelle casse comunali non è entrata nemmeno la metà. E se è vero che il Comune si sta affidando a società abilitate al recupero bonario, è altrettanto vero che al momento non esiste nessuna soluzione immediata per ovviare al problema, se non inviare appositi avvisi di accertamento ai cittadini. Nel frattempo il Comune sta ancora aspettando di incassare 300mila euro dal mancato pagamento di circa il 10% dei cittadini dell’imposta sui rifiuti.

Ev

3Garlasco e Gambolò, tra alti e bassi: chi paga e chi no

Poste Garlasco
Il municipio di Garlasco

Nel Comune di Garlasco, guidato dal sindaco Simone Molinari, un’ombra di 300mila euro non pagati per la Tari 2024 grava sulle casse municipali. In merito alle multe il ruolo relativo alle sanzioni non pagate nel 2024, comprensive delle spese postali di notifica e con l’importo della contravvenzione raddoppiato in quanto non pagato entro i tempi prestabiliti, è di circa 990.718 euro. «Una perdita significativa, – commenta il primo cittadino – che compromette la qualità dei servizi essenziali destinati ai cittadini. É una sfida che dobbiamo fronteggiare con determinazione e trasparenza. La lotta all’elusione fiscale non è solo questione di numeri, ma un impegno morale verso la comunità, per garantire equità e giustizia sociale… è fondamentale che i cittadini comprendano l’importanza di contribuire al bene comune».

GAMBOLÒ «Per recuperare la Tari non pagata – spiega il sindaco di Gambolò Antonio Costantino – ci affidiamo agli uffici comunali e non abbiamo delle società esterne, come invece avviene in altri Comuni limitrofi e del territorio. In linea di massima però posso affermare che l’evasione è contenuta e siamo anche riusciti a individuare alcuni cittadini che non hanno pagato, ma sono comunque una minima parte e un gruppo contenuto. Al momento i controlli sono in corso e da quanto abbiamo e stiamo verificando l’inevaso è basso. Ciò significa che la maggior parte dei cittadini ha pagato sia Tari sia le multe ricevute per non aver rispettato il codice della strada, e quindi non è necessario che si provveda a sollecitare per mezzo di avvisi».

Ab, Dz

4Mede e Cava Manara, «Ci affidiamo a società di riscossione»

Mede municipio
Mede municipio

«La Tari? È la tassa più difficile da riscuotere, perchè il pensiero comune ai morosi è che anche se io non pago, tanto i rifiuti me li portano via lo stesso». Il sindaco di Mede, Giorgio Guardamagna, non nasconde una punta di rassegnazione, anche se la volontà di reagire c’è. «Abbiamo una buona quota di somme da incassare tra multe, Imu e Tari: si tratta praticamente di più di un milione. Il problema è che vengono accantonati nel fondo dei crediti di dubbia esigibilità e il Comune li paga due volte, perché lo Stato ti dice “se non li incassi, li paghi tu”, così al mancato introito si aggiunge la beffa».

La Tari poi è la peggiore di tutte, perché una volta c’era la riscossione coatta, mentre adesso ci appoggiamo a una società di recupero crediti, la Abaco, che fa anche rateizzazioni, e la gente se la prende comoda.

QUI CAVA Anche il comune di Cava Manara si affida a un programma di recupero e riscossione coattiva per multe e Tari non pagate, anche se non dispone di dati precisi. In attesa di riceverli però emerge che a non pagare non sono tanto i privati cittadini, ma per lo più imprese e attività presenti sul territorio di Cava Manara: «Sappiamo – sottolinea il sindaco Silvia Montagna – che ci sono realtà con 100mila euro di debito nei nostri confronti, un’attività addirittura deve ancora un importo di 150mila euro. Si tratta di arretrati di una certa rilevanza, dettati maggiormente da cambi di gestione, passaggi di proprietà e aumento di spese. Per recuperare questi soldi ci affidiamo all’agenzia delle entrate. Al momento è l’unica strada percorribile».

Ev, Dz