Un’altra “lezione” per Vigevano

Dopo la “lezione” di Gibellina, Vigevano si accomoda sui banchi di Gallarate. Geograficamente parlando Gibellina e Gallarate sono agli antipodi: una in Lombardia, l’altra in Sicilia, ma dal punto di vista artistico sono accomunate da un’impronta culturale ben delineata e infatti entrambe sono state finaliste nel bando per la selezione della prima capitale italiana dell’arte contemporanea. Alla fine è stata scelta Gibellina, ma Gallarate, in provincia di Varese e a poco più di 50km da Vigevano, ha saputo farsi apprezzare dalla giuria, mentre la città ducale non ha superato il primo sbarramento.

Emma Zanella

GALLARATE Stessa regione, ma percorso completamente diverso rispetto a Vigevano, per mezzo di un’organizzazione e un’equipe che si occupa di progettare dossier per aderire a bandi e iniziative che hanno consentito a Gallarate di non essere esclusa a priori dalla valutazione della giuria del Ministero della Cultura. «Ci siamo candidati perché avevamo alle spalle un lavoro di anni – sottolinea Emma Zanella, direttrice di Maga, Museo d’arte contemporanea di Gallarate, e project manager del progetto per la candidatura a capitale d’arte contemporanea – la nostra città si occupa di questo tipo di arte da più di 75 anni. Il nostro museo è stato ufficialmente inaugurato nel 1966 e dispone di un importante patrimonio artistico».

IL MUSEO Maga può contare su una collezione permanente di oltre 6000 opere che rappresentano un panorama dell’arte italiana dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri. Avendo questa base di partenza Gallarate ha poggiato su un terreno fertile a partire dal quale creare, a marzo 2024, il progetto da presentare alla giuria ministeriale:

Abbiamo lavorato quasi un anno e mezzo – prosegue Zanella – ma avevamo già una base sulla quale impostare il lavoro: il museo stesso, in sua assenza avremmo impiegato molto più tempo e non è certo che saremmo riusciti a ottenere lo stesso risultato.

Un percorso analogo a quello raccontato la scorsa settimana a L’Araldo da Salvatore Sutera, sindaco di Gibellina, sottolineando che la designazione a capitale dell’arte contemporanea è l’apice di «un progetto di riassetto urbanistico e rigenerazione portato avanti in 50 anni».

TROVA LE DIFFERENZE Due storie dalle quali emerge una discontinuità sostanziale rispetto al progetto ducale. Gallarate, così come Gibellina, è partita dalla consapevolezza di un’impronta contemporanea costruita nel tempo e con un lavoro d’equipe durato un anno e mezzo, mentre Vigevano è arrivata a candidarsi di corsa, con un progetto messo insieme in un tempo ristretto (e accusato di plagio dal Centro antiviolenza della cooperativa Kore, che detiene il marchio “Scarpette rosse”), senza una tradizione nell’arte contemporanea e con l’ipotesi di iniziative tutte da realizzare in seguito. Basi molto meno solide che hanno portato a tutt’altro epilogo.

Edoardo Varese

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