Vaiolo delle scimmie, pochi rischi

Il vaiolo delle scimmie (Mpox) è diventato una “Emergenza di salute pubblica internazionale”. A dichiararlo tale è stata l’Oms in seguito all’aumento dei casi di Mpox nel continente africano. Dopo la pandemia da Covid-19 si tocca un nervo scoperto, ma è il caso di preoccuparsi?

IL VIRUS La Mpox o “monkeypox” è una malattia virale causata dal virus omonimo, appartenente alla famiglia poxviridae (quella del vaiolo appunto), la maggior parte dei focolai sono causati da un ceppo aggressivo del virus, ragion per cui l’Oms ha dichiarato lo stato d’emergenza. Nonostante tutto, lo European Centre for Disease Prevention and Control rassicura su come il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie per la popolazione del vecchio continente sia molto basso, salvo per i soggetti che rientrano da aree ad alta endemia. Stesso pericolo anche per coloro che hanno contatti stretti/sessuali con persone provenienti da zone a rischio.

I SINTOMI Il contagio avviene tramite contatti sessuali o contatto fisico diretto, attraverso quindi lesioni cutanee infette o biancheria contaminata, la Mpox dà una serie di sintomi più o meno gravi tra cui febbre, cefalea, mal di schiena, dolori muscolari, insieme a un’eruzione cutanea di vescicole e pustole, spesso con lesioni mucose concomitanti. Comparsa di pustole che, solitamente, possono diffondersi entro tre giorni dalla comparsa dei primi sintomi, portando anche all’ingrossamento di linfonodi, così come all’infiammazione del retto e a conseguente dolore rettale.

La maggior parte dei soggetti contrae la malattia in forma lieve-moderata, con una guarigione prevista nel giro di due o quattro settimane.

SORVEGLIANZA Anche nel territorio prevenire è meglio che curare. Nelle comunità Ats, tra cui anche Ats Pavia, si è dato vita a un servizio di medicina preventiva il cui compito è quello di prendere in carico tempestivamente le segnalazioni di Mpox. Attraverso questo servizio è possibile tracciare i contatti del contagiato, affinché possano essere attuate misure quali l’isolamento e la vaccinazione. Vaccini che a oggi sono somministrati presso il centro delle infezioni sessualmente trasmesse dell’Irccs Policlinico San Matteo (non c’è una campagna vaccinale generale). Accanto ai vaccini si cercano anche potenziali inibitori del virus: Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, spiega che «abbiamo identificato un primo potenziale inibitore del virus Mpox. Stiamo lavorando su molecole da utilizzare come complemento alle terapie antibiotiche. La strada è ancora lunga, ma stiamo registrando ottimi risultati».

Rossana Zorzato

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