Conclave / Versione 3.0: il segreto del soglio di Pietro nell’era dei meme

Una cerimonia segretissima, che mantiene intatta la sacralità dei suoi antichi riti, ma allo stesso tempo oggetto di pettegolezzi, cronache, memeficazioni. Mercoledì, con l’ingresso dei cardinali elettori nella Cappella Sistina, ha avuto il via il conclave per la scelta del 267esimo successore di san Pietro: uno dei momenti cardine del cattolicesimo, da sempre circondato da un alone di mistero e riservatezza.

SEGRETEZZA Anche perché parlare di quanto avviene nelle “segrete stanze” è permesso solo a una cerchia ristrettissima di persone. Lunedì, nella Cappella Paolina del palazzo Apostolico, si è svolto il giuramento degli officiali e degli addetti al conclave, previsto dall’Universi Dominici gregis per «tutti coloro che saranno addetti al prossimo conclave, sia ecclesiastici che laici, approvati dal cardinale camerlengo e dai tre cardinali assistenti». Un patto solenne, quello sancito nella cappella, che prevede la scomunica per chi divulga all’esterno informazioni sul conclave. E non solo in queste ore, magari ai cronisti assiepati fuori da San Pietro a caccia di scoop, ma a chiunque, per sempre: a giurare ovviamente tutto il personale laico (che è tanto: medici, infermieri, addetti agli ascensori, ai servizi della mensa e delle pulizie; e ancora il personale della Floreria e dei servizi tecnici, gli addetti al trasporto dei cardinali, il corpo della Guardia Svizzera Pontificia, i servizi di sicurezza e e Protezione civile del Vaticano) ma anche gli uomini di fede, come il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, i cerimonieri pontifici, l’ecclesiastico scelto dal cardinale che presiede il conclave perché lo assista nel proprio ufficio, i religiosi addetti alla Sagrestia Pontificia e quelli, di varie lingue, per le confessioni.

foto Sir

MEDIA E MEME Nonostante la segretezza, quello attuale è uno dei conclavi più raccontati di sempre, se non altro per l’ampia copertura garantita da canali informativi di ogni genere. Partendo da quelli ufficiali, l’AgenSir (l’Agenzia di stampa della Cei) alla copertura giornalistica “tradizionale” ha affiancato il podcast narrativo “Extra Omnes”, che tra aneddoti, rituali e curiosità spesso sconosciute cercherà di ribaltare la narrazione di un conclave come gioco di potere, ma bensì come «un atto di obbedienza, un tempo di discernimento e di Spirito». Se la stampa generalista rilancia gli aspetti più rituali o quelli dal click facile, superficialmente riconducibili alla categoria dello “strano ma vero” (come la cugina del cardinal Tagle, ex badante della nonna del sindaco di Brugherio), i giornali d’ispirazione cattolica e i siti web specializzati propongono analisi più approfondite sulla direzione che potrebbe prendere la Chiesa, con punti di vista che spaziano dalla “chiesa in uscita” a posizioni più conservatrici. E poi c’è il mondo dei social, dove l’elezione del nuovo pontefice è stata destrutturata, decontestualizzata e ricostruita sotto forma di meme, dai video realizzati con l’AI dove i cardinali elettori sono presentati come piloti di Formula 1 alle schede tecniche, modello calciomercato, dei porporati più “papabili”. Un’ironia non sempre di buon gusto, va detto, che però diventa anche testimonianza di una Chiesa che tutt’oggi resta presente nella società, nel costume, nelle vite.

Alessio Facciolo

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