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Una risposta compatta da parte dei Paesi dell’Unione Europea per tutelare l’agroalimentare da possibili nuovi dazi da parte degli Stati Uniti. Nuovi perché il comparto agricolo europeo, già durante il corso del primo mandato presidenziale di Trump, ha fatto i conti con balzelli del 25% a prodotti europei destinati al mercato americano. Per l’Italia in quell’occasione, nel 2019, sono stati colpiti agrumi, latte e derivati, liquori.
IMPARARE «Non dobbiamo commettere gli errori del passato – afferma Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia, durante il corso di un convegno dedicato alla situazione attuale del settore risicolo italiano, tenutosi l’11 febbraio al centro di ricerca ente risi di Castello d’Agogna – i dazi ci aspettiamo che saranno applicati all’Europa. Per noi sarebbe un grande problema, soprattutto per il nostro export, per eccellenze italiane tra cui il vino. Qualsiasi tipo di contromisura non sappiamo a cosa possa portare, perché la Commissione Europea ha annunciato che in caso di nuovi dazi ci sarà una riposta precisa e forte da parte dell’Europa».
Trump cercherà di inserirsi all’interno degli Stati membri, quello che dovremo fare è rimanere uniti e studiare delle strategie da applicare in caso in cui dovesse verificarsi una guerra economica che non conviene a nessuno.
PAC PIÙ SEMPLICE Quest’anno inizierà la revisione del quadro finanziario dell’Ue con attenzione alla Pac: tema di grande dibattito tra gli agricoltori, scesi ancora in piazza per contestarne l’eccessiva burocrazia. Coldiretti Pavia ribadisce la centralità delle imprese agricole nelle nuove politiche agricole europee come forma di tutela contro i dazi minacciati da Trump: «Coldiretti – spiega la presidente Silvia Garavaglia – è da sempre impegnata per una Pac a misura di impresa agricola, il meno complicata possibile e sempre più al passo con i tempi. Dopo l’importante risultato dello scorso anno, con l’eliminazione dell’obbligo di lasciare terreni a riposo, arriva dalla Commissione Europea una tanto sollecitata quanto attesa semplificazione, relativamente alla norma di condizionalità che prevedeva l’obbligo di ruotare le colture seminate per evitare la mono-successione. Con la nuova interpretazione della Commissione europea, le aziende agricole potranno operare il passaggio da rotazione (che impone un cambio di coltura almeno una volta all’anno, con impegno quindi biennale) a diversificazione (che presuppone la presenza di più colture del riparto colturale aziendale) già dal 2025». Prende tempo Confagricoltura Pavia, per capire se effettivamente «Trump darà atto a queste minacce – sottolinea Alberto Lasagna, direttore di Confagricoltura Pavia – è ancora tutto in divenire. Certamente vino e riso subirebbero danni non indifferenti. Le associazioni dovrebbero fare fronte comune per tutelare i prodotti italiani».
Nuove politiche per contrastare il precariato

Alla ricerca di strategie per salvaguardare il settore agroalimentare e per contrastare la precarietà.
SINERGIE Per i sindacati sono queste le strade da seguire per proteggere l’Europa dal pericolo dei dazi annunciati da Trump e, analizzando la situazione economica italiana, creare sinergie tra l’industriale, il commerciale e le piccole medio imprese. «Partendo dal fatto che una battaglia commerciale non farebbe bene a nessuno – precisa Carlo Barbieri, segretario di Uil Pavia – la catena agroalimentare e quella della moda si ritroverebbero colpite particolarmente, perché come Italia esportiamo molte eccellenze negli Stati Uniti in queste categorie.
Per tutelare ulteriormente il nostro Paese da un’eventuale ricaduta dettata dai dazi il governo dovrebbe introdurre politiche per proteggere il settore industriale, ridurre il costo dell’energia e politiche lavorative che contrastino il precariato.
LAVORO PRECARIO Uno sguardo i sindacati lo danno anche al territorio pavese, per renderlo attrattivo dal punto di vista lavorativo per i ragazzi che hanno completato il proprio percorso di studi, ma anche per ridurre il fenomeno dei working poor: «Il dato occupazionale – spiega Massimo Balzarini, segretario confederale di Cgil Pavia – conferma che l’80% delle nuove assunzioni risponde a una conversione fra contratti precari e contratti stabili, ma le retribuzioni sono inferiori rispetto al dato statistico medio regionale. A questo dato, a cui le piccole e medie imprese non possono rispondere da sole, si aggiunge la mancanza di strategia della politica locale. Servono professioni, migliorando incontro fra domanda e offerta, serve che l’innovazione prodotta dall’Università sia “trasferita” nelle realtà produttive». Marco Contessa, segretario di Cisl Pavia Lodi teme il verificarsi di squilibri territoriali: «Se non si fanno scelte non a lungo termine almeno sul piano nazionale o possibilmente a livello almeno europeo, si creano squilibri territoriali, competizioni fra i vari Paesi, anche di dumping occupazionale e salariale. La scelta di produrre veicoli meno inquinanti, ibridi o elettrici, per rispondere alla necessaria sostenibilità ambientale, non inserita in scelte di politica industriale di dimensione almeno nazionale ed europea, produce squilibri fra i vari paesi, creando competizione anche nella stessa Europa, che si troverebbe ancora più schiacciata da eventuali dazi».
Edoardo Varese