Mario Draghi, Enrico Letta e Carlo Calenda. Nella sua relazione all’Assemblea generale il presidente di Assolombarda Alessandro Spada ha fatto riferimento a queste tre figure nel citare esempi di politiche in linea con le aspettative degli industriali di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. Nel discorso pronunciato Spada ha messo a fuoco diversi punti considerati dirimenti dal mondo industriale, che di fatto delineano un “ambiente” europeo sfavorevole allo sviluppo industriale perché frena la competitività, scoraggia gli investimenti, aggiunge ostacoli anziché toglierne.
CRITICITA’ «Condividiamo la tesi sostanziale di Mario Draghi – ha dichiarato Spada – realizzare una nuova strategia industriale che superi gli ostacoli che hanno limitato la crescita del nostro Continente negli ultimi 30 anni. Ostacoli che – a conti fatti – sono due: uno di metodo (le regole!) e uno di approccio (le ideologie!)». Per questo serve «superare la regola del voto all’unanimità» e impedire che «il nostro continente si riduca solo a uno spazio di regole». Norme che spesso sono sbagliate agli occhi di Assolombarda, soprattutto quando si tratta di politiche antitrust: «Quante aggregazioni – ha incalzato Spada – nelle industrie a più grande intensità tecnologica, sono state disincentivate da quest’approccio così miope? Enrico Letta ha fatto un esempio molto chiaro: l’Ue comprende 27 distinti mercati nazionali delle telecomunicazioni. Un operatore europeo medio serve 5 milioni di utenti rispetto ai 107milioni degli Stati Uniti e ai 467milioni della Cina». L’esempio positivo è Airbus che
anche proprio per la sua scala, rimane un caso di successo industriale europeo,
quelli negativi sono l’operazione Siemens-Alstom, l’acquisizione dei cantieri navali francesi da parte di Fincantieri, l’accordo tra Deutsche Borse e London Stock Exchange, la scalata di Unicredit a Commerzbank, col risultato che «l’approccio della Commissione ha bloccato e disincentivato le aggregazioni con spalle larghe abbastanza da affrontare la competizione globale». Infine gli investimenti, che saranno ostacolati dagli accordi presi a livello comunitario. «Il Patto di stabilità e crescita così come è stato chiuso non ci consentirà di sostenere gli investimenti necessari. Gli investimenti strategici per il Paese andavano, infatti, scorporati dalle regole del Patto di Stabilità». Quello che sarebbe servito, secondo Assolombarda, sarebbe stato un “Piano Industria 4.0” europeo, perché «abbiamo dato con Industria 4.0 un esempio virtuoso. Possibile che non si riesca a replicare un modello vincente che ha dimostrato di funzionare così bene al punto che solo noi in Europa abbiamo continuato ad investire nonostante la tempesta di crisi degli ultimi anni?».
Giuseppe Del Signore