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Uccide più la sigaretta della bottiglia o dell’automobile. Sono più di 93mila i morti all’anno in Italia per il fumo. Un dato che fa riflettere se comparato con le 20mila vittime di incidenti stradali nello scorso 2023 e le 17mila da alcol, sinonimo che i danni alla salute provocati dal fumo sono ancora troppo sottovalutati dalla popolazione.
SOSTANZE «Dagli anni Cinquanta è stato documentato che il fumo di sigaretta è la prima causa di tumore al polmone e di molte altre neoplasie – spiega Angelo Corsico, direttore dell’unità di Pneumologia presso il Policlinico San Matteo di Pavia – Basti pensare che in ogni sigaretta ci sono più di 4000 sostanze chimiche, una quarantina di sostanze cancerogene e più di 500 classificate come veleni. Tra queste il monossido di carbonio, la formaldeide, gli idrocarburi aromatici policiclici, benzopirene e arsenico». Tutta una serie di sostanze che non si trovano in un’unica forma una volta inalate dal fumatore. «Alcune di queste sono sotto forma gassosa – continua il professore – altre invece sono corpuscolati, di conseguenza arrivano poi a livello del polmone, interessando prima le vie aeree». Non solo il cosiddetto “catrame” a causare ingenti danni alla salute, ma anche altri fattori. «Una delle principali cause del tumore del polmone sono alcuni agenti che hanno un effetto ossidante irritativo sul polmone – spiega Corsico – inducendo poi un’infiammazione a livello polmonare che è causa della broncopneumopatia cronica ostruttiva, abbreviata in Bpco». Non solo complicazioni a livello polmonare, ma anche cardiaco.
Da non dimenticare la nicotina presente nel fumo di sigaretta che, oltre a creare dipendenza, è anche causa di malattie cardiovascolari.
NUMERI Nonostante negli ultimi anni ci sia una tendenza in diminuzione, si registra comunque un aumento delle malattie respiratorie. «In Italia i fumatori sono grosso modo il 35% degli uomini e tra il 15-20% delle donne – commenta – e un soggetto che inizia a fumare prima dei diciotto anni e prosegue nell’attività nell’arco della vita, ha molta probabilità di morire prima dei settant’anni, accorciando di molto quella che è l’attesa di vita». Diversa la situazione per le nuove generazioni, che sembrano non abbandonare il fumo di sigaretta. «Dai nati del ’53 fino ai nati del ’80 si è vista una riduzione del fumo di sigaretta, ma questa tendenza si è pressoché azzerata con le nuove generazioni, registrando un aumento del fumo o perlomeno una stabilizzazione».
SENSIBILIZZAZIONE Importante quindi sensibilizzare li più giovani su questo tema, ricordando gli effetti mortali che può portare a lungo termine sull’organismo, ma anche sull’ambiente. «A soffrire maggiormente gli effetti negativi sono soprattutto le donne – spiega lo pneumologo – in quanto hanno un volume polmonare inferiore rispetto a quello di un uomo, quindi meno vie aeree dove le sostante nocive rimangono più concentrate nei bronchi, con conseguenze più gravi». Un’attenzione da porre nei confronti delle future generazioni, anche per quanto riguarda il fumo passivo «anch’esso causa di malattie respiratorie verso i più fragili, sebbene in concentrazioni diverse». Nessuna via di scampo, anche per chi ricorre alla sigaretta elettronica. «Smettere di fumare è davvero difficile – conclude Corsico – ma farlo con la sigaretta elettronica non è il migliore dei modi. Al suo interno sono contenuti componenti non innocui, i cui danni saranno verificabili solo nel tempo».
Rossana Zorzato