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Spazi di ritrovo e aggregazione in cui discutere e confrontarsi su temi di attualità, di vita cittadina. Campi sportivi in cui praticare giochi di squadra come calcio, basket e pallavolo. Ma anche avere al proprio fianco qualcuno che possa ascoltarli. I rappresentati delle scuole Cairoli, Caramuel-Roncalli e Casale hanno manifestato lo scorso 31 marzo insieme ai loro coetanei per chiedere più sicurezza in città. Hanno poi incontrato il vicesindaco facente funzioni Marzia Segù per esporle idee e progetti da introdurre per rendere Vigevano non solo più sicura, ma anche più vivibile per ragazzi e ragazze.
IDEE NOSTRE Eppure a fronte di una richiesta di dialogo e di ascolto, l’assessore alla sicurezza Nicola Scardillo li ha accusati di aver preso parte a una manifestazione politicamente strumentalizzata e di essere nella sostanza eterodiretti da forze politiche di opposizione, accuse rispedite al mittente da chi si è reso conto di come a Vigevano le opportunità di svago, divertimento per le nuove generazioni siano poche: «Il fatto che molti giovani e studenti – sottolinea Omar Soliman, rappresentante dell’IIS Caramuel Roncalli – hanno manifestato per un tema sentito da tutti, dovrebbe essere premiato e lodato, specie da chi ricopre un ruolo politico e istituzionale. Devo però ribadire che, se voglio divertirmi insieme ai miei amici, sono costretto ad andare fuori Vigevano, principalmente verso Milano, dove per noi ragazzi ci sono mole più opportunità di ritrovo. È vero che il vicesindaco Segù ha riconosciuto la validità e l’importanza delle nostre proposte, tra cui la realizzazione di campi da gioco completamente gratuiti, da mettere a disposizione di tutti. Ma al contempo ha riferito che servirà del tempo per riuscire a trasformarle in realtà e a metterle in pratica».

LE RICHIESTE «Il denominatore comune alle richieste che abbiamo esposto all’amministrazione – spiega Chiara Brindisi, rappresentante del Liceo Benedetto Cairoli – è lavorare insieme alle autorità e alle istituzioni su elementi come integrazione, senso di comunità e appartenenza alla città. Gli episodi di microcriminalità che in particolare nelle ultime settimane hanno colpito Vigevano dimostrano e confermano che in città si percepisce tra i giovani una forma di disagio, dettata anche dalla mancanza di spazi e centri di aggregazione. Spesso non sappiamo cosa fare o dove andare per stare insieme ai nostri amici. Avere a disposizione spazi gratuiti in cui fare sport, ma da dedicare anche alla lettura e alla cultura, potrebbe ridurre episodi di violenza giovanile e darci modo di far sì che non si verifichino più in futuro».
REDIMERSI Centri di ritrovo in cui fare sport ma nei quali non deve mancare il dialogo, anche con chi si è reso suo malgrado protagonista di episodi di vandalismo: «Anche chi sbaglia – dichiara Emmanuel Alla, rappresentante dell’Istituto superiore Casale – deve avere la possibilità di riflettere sui propri errori. Da questo punto di vista uno spazio destinato ai noi ragazzi, aperto a chiunque voglia parlare, ma anche solo ascoltare, può essere determinante. Siamo quasi tutti coetanei, bene o male ci conosciamo. Un ragazzo che ha intrapreso una strada sbagliata può sentirsi più propenso ad aprirsi con qualcuno che vuole aiutarlo e non solo giudicarlo o punirlo per i suoi errori».
Edoardo Varese