Coronavirus Pavia / 40 morti in una settimana

Il coronavirus non è ancora un “raffreddore” né una “influenza”.

Nell’ultima settimana i decessi in Provincia di Pavia sono tornati a livelli simili a quelli del gennaio 2020, con 40 vittime (dati al 17-01).

Le cifre dei decessi (in tutto 2730 con avvenuta diagnosi) e dei contagi dicono che in Provincia il picco potrebbe non essere ancora stato raggiunto, anche se a livello regionale e nazionale i positivi rallentano il loro incedere (sempre in aumento). In area pavese i contagiati crescono del 22.2% contro il 20.1% della scorsa settimana e il 6.4% di quella precedente; non si tratta dei casi attualmente attivi, un dato che non è più comunicato a livello provinciale, ma solo regionale.

NEI CENTRI Nei principali comuni i soggetti colpiti sono saliti a un ritmo più veloce quasi ovunque: Vigevano +21.7%, Mortara +21.5%, Garlasco +30.5%, Gambolò +23.3%, Voghera (+24.2%), con l’eccezione di Pavia in lieve frenata (+18.9%). Nelle città che hanno una prevalenza maggiore di infezioni in relazione alla popolazione, Tromello segna +11.8% e Cassolnovo +18.0%, entrambe hanno superato Zeme, Albonese (protagoniste della prima ondata), Mede (uno dei primi focolai di variante “inglese”), Sartirana, Olevano, Cozzo (al centro della terza).

IN CURA Allargando lo sguardo ed esaminando i ricoveri, in terapia intensiva ci sono 267 persone in Lombardia (+12.3% contro +17.1% precedente) e 1717 in Italia (+18.9% contro +20%), nei reparti Covid 3649 (+39.7% stabile) e 19228 (+32.5%), il che equivale a un tasso di occupazione rispettivamente del 15% e del 18% in area critica e del 35% e del 29% in area non critica. Cifre che entro fine gennaio potrebbero portare gran parte d’Italia in zona arancione e che si associano all’accelerazione dei decessi, +0.9% regionale e +1.1% pari a 528 e 2126 vittime negli ultimi sette giorni, oltre che a un tasso di positività molto alto, 21.7% e 17.1%: in Lombardia ogni 5 test si trova un positivo, segno dell’ampia circolazione virale delle varianti delta e omicron, quest’ultima dominante.

Giuseppe Del Signore

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