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La provincia di Pavia arretra sulla sicurezza lavorativa mentre in Italia diminuiscono gli infortuni sul lavoro e aumentano gli infortuni durante il lavoro. Per il territorio pavese parlano le sanzioni in aumento comminate da Ats Pavia, invece a livello nazionale non è questione di un avverbio o di una preposizione articolata: nei primi nove mesi del 2023 il numero di incidenti è calato se si considerano solo quelli avvenuti sul posto di lavoro, ma è aumentato se si considerano quelli in itinere. Discorso opposto per quelli con esito mortale, in crescita nello svolgimento dell’attività vera e propria, in diminuzione nei trasferimenti per ragioni professionali.
I DATI Secondo gli “open data” di Inail da gennaio a settembre in Italia ci sono state 430829 denunce d’infortunio contro le 536002 dello stesso periodo del 2022 (-19.6%). Erano state di meno nel biennio 2020-2021, segnato tuttavia da una contrazione del lavoro legata alla pandemia; invece rispetto al 2019 si conferma il trend al ribasso (-8.1%). Per quanto riguarda le morti sul lavoro, queste sono state 761 nei primi tre trimestri del 2023 contro le 790 del 2022 (-3.7%) e le 780 del 2019 (-2.4%); la flessione è dovuta soprattutto a una minore mortalità femminile (da 81 a 54 casi in dodici mesi), viceversa quella maschile è stabile (da 709 a 707); perlopiù si tratta di italiani – che sono anche di più in valore assoluto – con 618 casi, gli stranieri ne coprono 143, mentre se si esamina l’età la fascia numericamente più colpita è quella 25-49 anni (268), seguita da quella 55-64 (252), che sono anche quelle che comprendono il maggior numero di lavoratori.
SUL TERRITORIO In provincia di Pavia questo si traduce in 5 «denunce d’infortunio con esito mortale per luogo di accadimento» contro le 4 del 2022, con una vittima in più in un contesto regionale in cui invece si registra una diminuzione da 133 a 122 (-8.3%). Tre morti sono avvenute sul posto di lavoro – esattamente come nel 2022 – e 2 in itinere. A cosa è dovuto questo stallo o parziale peggioramento? Una risposta la forniscono in parte i dati di Ats Pavia sulla vigilanza condotta nel periodo gennaio-settembre 2023: a fronte di 3290 controlli sono state ispezionate 1289 imprese e sono state comminate 628 sanzioni penali (+36.8% rispetto al 2022) e 11 sanzioni amministrative (+37.5%), 65 sospensioni dell’attività imprenditoriale (+32.7%), 7 sequestri (quasi il doppio, visto che erano stati 4 dodici mesi fa). Di fronte a questo accrescersi delle irregolarità, lo scorso 25 ottobre la prefettura di Pavia e Ats hanno annunciato un “Accordo di collaborazione” tra enti del territorio, sindacati, associazioni di categoria, ordini professionali. L’obiettivo è potenziare le attività necessarie a garantire la sicurezza sul lavoro. «Gli infortuni – ha dichiarato il prefetto Francesca De Carlini in quell’occasione – continuano a rappresentare un costo umano e sociale che pesa moralmente ed economicamente sul mondo del lavoro. Quanto impostato con l’Accordo quadro oggi portato all’attenzione di tutti i soggetti presenti deve essere finalizzato a cercare il coinvolgimento di più attori istituzionali e datoriali possibile, raggiungendo, sensibilizzando e coinvolgendo nella cultura della sicurezza sul lavoro anche le realtà aziendali più piccole, dove per svariati motivi la valutazione dei rischi e il rispetto delle misure e dei comportamenti corretti rischiano di essere oggetto di minore attenzione».
A RISCHIO Da questo punto di vista i contesti più esposti a pericoli per l’incolumità dei lavoratori sono quelle nel campo di agricoltura, edilizia, logistica, metalmeccanica. Non a caso su 341 cantieri e 976 imprese ispezionati da Ats, sono stati 470 i provvedimenti sanzionatori penali (tre quarti del totale) e 65 le sospensioni dell’attività (il 100% di quelle decretate), mentre su 20 ispezioni in aziende metalmeccaniche i due quinti hanno portato a un provvedimento penale. In ambito edilizio, settore in cui tradizionalmente è difficile affermare buone pratiche, è stata l’esplosione di ditte e cantieri conseguente al “superbonus” a fare da innesco per l’insicurezza, fenomeno che tra l’altro ha visto improvvisarsi muratori anche persone che fino al giorno prima avevano fatto tutt’altro, senza formazione né professionale né sulla sicurezza. Sempre Ats ha individuato tra i principali fattori di rischio proprio la scarsa informazione, l’eccesso di confidenza e l’eccessivo fatalismo (“è sempre stato così…”).
PATOLOGIE Se si considerano infine le malattie professionali, da gennaio a settembre in Lombardia sono passate da 2396 nel 2022 a 2922 nel 2023 (+22%), di cui 94 in Provincia contro le 74 di dodici mesi fa (+27%). Nel contesto regionale si tratta soprattutto di affezioni che riguardano il settore industriale e dei servizi (2732), con una prevalenza di patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (1817), del sistema nervoso (260), dell’orecchio e dell’apofisi mastoide (242), tumorali (226).
Giuseppe Del Signore