Insulti razzisti in una gara del Csi

«Negro di m…, esci dal campo». E il “negro” non solo esce, ma viene squalificato per tre giornate. Succede tutto in un ordinario sabato pomeriggio di calcio amatoriale: sul campo principale del centro sportivo “Antona” di Vigevano si affrontano A-Team Gifra e Amatori Cassolnovo nell’ambito del campionato organizzato dal Csi, è il 13′ del secondo tempo, sul risultato di 2-0 per i padroni di casa. Ben Adjevi, originario del Togo, commette un normale fallo a centrocampo, l’avversario gli calcia immediatamente il pallone addosso e l’arbitro decide di punire la “mancata distanza” con un cartellino giallo, provocando l’espulsione per somma di ammonizioni.

A questo punto si scatenano le proteste del Gifra; fin qui sarebbe solo un controverso episodio di campo, se un difensore del Cassolnovo non decidesse di “invitare” l’espulso ad allontanarsi: «Negro di m…, esci dal campo». Lo sentono in tanti: compagni di squadra, avversari, buona parte dei cinquanta tifosi sugli spalti. Non il direttore di gara, che spiega ai giocatori neroverdi, furenti, «di non poter sentire ogni cosa». Nondimeno non gli sfuggono gli improperi che, secondo il referto, Adjevi gli avrebbe rivolto: «A fine partita insultava l’Ufficiale di gara». Risultato: dopo l’insulto razzista la squalifica per tre giornate.

Tuttavia questa ricostruzione è smentita dai presenti. «Ho assistito alla scena – racconta Roberto Marin, calciatore del Gifra – Adjevi ha detto “Grazie arbitro, ma hai fatto una cattiva partita”. Ero lì proprio per evitare che si lasciasse trascinare, le parole sono state più o meno quelle. Nulla di così aggressivo da giustificare tre giornate».

Inoltre un’altra circostanza contribuisce a trasformare la squalifica in una vessazione: il difensore del Cassolnovo, resosi conto della gravità di quanto detto, a fine partita si presenta all’avversario, scosso e inferocito, e si scusa, ammettendo quindi l’insulto con l’arbitro che si trova a breve distanza e che quindi assiste alla scena, ma decide di non annotare nulla a riguardo nel rapporto di gara, dove invece riporta le presunte offese.

«Il razzismo – spiega il presidente del Gifra Alessio Facciolo – è da condannare senza se e senza ma e non è possibile far finta di nulla quando ci sono episodi tanto gravi. Abbiamo fatto ricorso anche perché giochiamo in un campionato amatoriale organizzato dal Csi, che è oltretutto una realtà d’ispirazione cattolica, da cui ci aspettiamo una sensibilità diversa. Il nostro tesserato ha ricevuto un grave insulto, che lo ferisce nella sua dignità di essere umano e, di fronte a un avversario che lo ammette e si scusa, la squalifica maggiorata costituisce una seconda offesa al nostro compagno di squadra. Per questo abbiamo in mente di esprimere la nostra solidarietà a Ben attraverso una dimostrazione nella nostra prossima gara casalinga, il 19 novembre. Speriamo che a questo momento si unisca anche il Csi».

Giuseppe Del Signore

PS: per dovere di trasparenza occorre precisare che lo scrivente, oltre che giornalista, è atleta tesserato per l’Asd A-Team Gifra, e ha assistito a buona parte di quanto è stato raccontato. Anche Alessio Facciolo, oltre che presidente della società calcistica, è collaboratore de L’Araldo.

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