Il “camminatore del sacro” alla Francigena Marathon

Anche il “camminatore del sacro” Nicolas Olivetti il 27 marzo parteciperà alla Lomellina Francigena Marathon organizzata dagli “Amici del cammino” di Aldo Autolitano. Decisione che per il 27enne di Gambolò rappresenta una svolta importante nel suo impegno, iniziato sette anni fa per portare avanti una passione sportiva dedicata alla memoria del padre Claudio, scomparso nel 2011. Gli abbiamo chiesto come mai ha fatto questa scelta.

«Ho deciso di iscrivermi alla Francigena Lomellina Marathon così per caso, senza pensarci troppo: mi è sempre bazzicato in mente di fare una cosa del genere. È la mia prima maratona e ho anche un po’ di timore di non riuscire, ma poi passa e mi convinco che posso farcela». Che cosa ti aspetti da questa esperienza? «Mi aspetto come al solito di conoscere gente nuova e sportivi anche più esperti di me ed è una cosa che mi servirà per crescere ulteriormente». Per un “camminatore del sacro” come te è un modo di unire la fede e la cultura allo sport? «Sì, e un modo per avvicinare fede sport e anche cultura perché per un camminatore, viaggiatore, viandante (chiamiamolo come vogliamo) è bello anche scoprire storia e cultura del proprio territorio».

Nicolas Olivetti

Che cosa speri direbbe tuo padre se ti vedesse adesso? «Sicuramente mi darebbe dei consigli sul come prepararmi e su come avviare la camminata, ovvero appena partito correre lentamente per i primi 2/300 metri e quando la gamba è calda parti a camminare e mantieni il passo». Qualcun altro di Gambolò si unirà a te? «Sì, con me verrà l’amico Nicolò Zampieri. Vuole entrare in questo mondo del cammino e io lo sto indirizzando insegnandogli tutto quello che so. L’augurio a chi si incammina verso le montagne, in Himalaya, è “Kalipè”, e significa poter camminare sempre a passo corto e lento. Chi va in montagna ha sempre di fronte a sé due scelte: la prima è quella dell’atletismo, della fretta, della vetta a tutti i costi, anche quando è al di là dei limiti. La seconda invece è quella di un passo lento durante il cammino e di uno sguardo attento a tutto ciò che ci circonda, così da poterlo conoscere e fare nostro nel profondo in modo duraturo. Ecco, io faccio mia questa filosofia, e auguro “Kalipè” a tutti i partecipanti alla maratona».

Davide Zardo

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