E il centrodestra si “rifonda”

«Nella serata del 28 gennaio ho incontrato i rappresentanti di FdI, Lega e Forza Italia a seguito della richiesta in tal senso ricevuta dalle segreterie regionali di Forza Italia e Lega. Erano presenti all’incontro il sottosegretario regionale Invernizzi e i consiglieri regionali Sala e Mangiarotti nonché Bartocci, Capelli, Galiani, Pacinotti, Rubino e Zorzoli Rossi. Abbiamo iniziato con una disanima della situazione politica cittadina. È stato un incontro interlocutorio, ma con una costruttiva visione che può permettere il continuo della consiliatura con il coinvolgimento di tutte le forze al tavolo, nella definizione di un cammino comune nel supremo interesse della città. Saranno doverosi ulteriori passaggi tecnici e politici successivi».

SOLO UNA FORZA ITALIA Sono le parole, testuali, del comunicato inviato alla stampa dalla vice sindaco Marzia Segù, dopo un vertice tra le forze del centrodestra vigevanese. E’ il primo atto dell’auspicata (da molti) rifondazione del centrodestra insieme allo stato maggiore della coalizione con i plenipotenziari del territorio? Oppure il primo atto in vista del “mercato delle vacche”? In molti parlano di redistribuzione di “posti” (in giunta) e “postacci” (nelle partecipate) dopo il nuovo riassetto. Anche perchè pare che gli appettiti siano particolarmente voraci. La prima domanda da fare è però su Forza Italia: le due anime si ricongiungono? Difficile dirlo. C’erano però, oltre a Segù, sia Galiani sia Rubino. Se non oggi, è certo che per le prossime elezioni, occorrerà trovare una soluzione unitaria. La Lega per ora sta tranquilla e FdI rimane alla finestra.

L’INCOGNITA La grande incognita riguarda però il sindaco. Se Ceffa si stufa di stare ai domiciliari e decide di dimettersi (evitando di rimanerci magari sei mesi, perchè il rischio è anche questo), se ne vanno tutti a casa. La spada di Damocle è lì, pericolosamente in sospeso. Anche la stessa Segù potrebbe stufarsi e lasciare. Per il «supremo interesse della città» si lavora comunque anche per il tormentato presente, con un occhio di riguardo all’immediato futuro.

L’aula del consiglio comunale di Vigevano

Stop al “Gioco rischioso” del centrodestra: ricreazione finita

Gli “adulti” hanno deciso che per i bambini è ora di smetterla col gioco rischioso. Si sono arrampicati per provare il brivido della mozione di sfiducia, hanno giocato a nascondino sul bilancio per sentire l’ebbrezza di perdersi, ma ora è tempo di abbandonare “l’isola che non c’è” per tornare in quella che c’è: il centrodestra.

Le segreterie regionali, opportunamente sollecitate, hanno deciso che Vigevano, 15 anni dopo la sfida Sala (Lega) – Prati (An-Fi), non può essere di nuovo laboratorio della destra e che si deve scongiurare il rischio di presentarsi alle urne divisi, che sia tra pochi mesi o nel 2026 alla scadenza naturale del mandato. È questo il senso della «disamina della situazione politica cittadina» fatta martedì sera da Fdi, Lega e Fi, non

un cammino comune nel supremo interesse della città

(che sarebbe avere, da chiunque governi, totale trasparenza), ma un’accurata mossa politica. La prima tappa del percorso dovrà essere l’allargamento della maggioranza, che pone già i primi due ostacoli ovvero i «passaggi tecnici e politici successivi» cui si riferisce il comunicato: che peso dare ai consiglieri che vorranno sedere in maggioranza e può un “sindaco facente funzioni” come Marzia Segù disporre del potere di revocare e assegnare deleghe agli assessori e quanti può individuarne? Deleghe che sono fiduciarie e prevedono un rapporto diretto, senza mediazioni, tra il sindaco e l’assessore, attribuendo in questo al primo cittadino un potere addirittura superiore a quello del Presidente del Consiglio (che deve confrontarsi col Presidente della Repubblica, il quale effettivamente nomina i ministri). Il Ministero dell’interno, pronunciandosi su un caso simile, ha chiarito che «al vicesindaco reggente deve essere riconosciuta pienezza di poteri anche per quanto concerne la revoca o nomina degli assessori».

Da un lato un passaggio politico, che cambierà gli equilibri di potere e di conseguenza i ruoli con figure e forze che ci guadagneranno e altre che ci perderanno (più che un rimpasto una decostruzione e ricostruzione della giunta), dall’altro lato uno normativo-burocratico, onde evitare sorprese dalla Prefettura o dai tribunali; al centro proprio Segù, che toglierà il mantello della “facente funzioni” fin qui indossato per diventare la garante del nuovo patto di maggioranza, con vista sulle elezioni comunali, la seconda tappa del percorso. Come arrivarci è questione di metodo e il testo del comunicato, col puntuale elenco dei partecipanti e le stringate indicazioni sul «coinvolgimento di tutte le forze», dice che quel metodo è stato trovato. Funzionerà? A metterlo alla prova potrebbe esserlo l’incognita dell’equazione costruita martedì: cosa farà Ceffa? Se le misure cautelari nei suoi confronti dovessero protrarsi deciderà di rimanere in carica fino alla fine lo stesso? In caso di dimissioni si capirà se martedì è stata rifondata un’alleanza o se è solo un armistizio.

Ms, Gds

Le ultime

Vigevano, dalle opposizioni fronte unito per le dimissioni

Dall’estrema sinistra ai sovranisti, tutti in marcia per chiedere...

Gambolò, sconti per la mensa scolastica

Due assemblee con i genitori a distanza di pochi...

Invisibili / Senza fissa dimora, i nuovi “lebbrosi”

Ci sono persone che sono talmente marginali che neppure...

Lourdes, una carezza sul cuore

«L’oscura cavità s’illumina e, in quella luce, un sorriso,...

Login

spot_img

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui