Dopo quasi 30 anni la storia si ripete, tra gioia e lacrime. Il 22 luglio una ragazza di Vigevano, Daniela Masseroni, ha fatto la prima professione tra le clarisse di San Quirico ad Assisi. Il 10 settembre 2020, nella chiesa dei frati in corso Genova, la comunità del Gifra l’aveva salutata per l’entrata nel monastero di clausura, che sarebbe avvenuta il 5 novembre.
IL PERCORSO L’11 febbraio 2022 è avvenuta la vestizione di Daniela, che ha preso il nome di suor Amata. Nel 1982 un’altra ragazza del Gifra, Agata, era entrata nel monastero di San Quirico. Un anno dopo, per la vestizione col nome di suor Francesca, padre Ringo le aveva tagliato i capelli. Nel maggio 1985 era avvenuta la prima professione di suor Francesca e nel 1988 la professione perpetua.
Due vocazioni con storie diverse e con una radice simile, il Gifra. – commenta la delegazione dell’Associazione che ha presenziato alla professione lunedì scorso – Che non è solo festa di Sant’Antonio e centri estivi, ma porta in sé profondi valori cristiani e francescani.
Una realtà, quella del Gifra, che pur rinnovandosi continuamente è destinata a proseguire, perché frequentarla non vuol dire semplicemente andare a divertirsi, come confermano le storie di Agata e Daniela, ormai diventate suor Francesca e suor Amata. Commovente la cerimonia della prima professione di suor Amata (finora Dany per gli amici) che dovrà aspettare altri tre anni prima dell’ultimo passo: la professione perpetua. Alla celebrazione è seguita una festa a cui ha partecipato anche la delegazione vigevanese del Gifra, con canti, balli, abbracci e saluti, e una grande torta che ha soddisfatto il palato di tutti.
CARISMA «Dany – racconta un amico – ha sempre avuto il carisma innato di animatrice di giovani e ragazzi. Quando è entrata in clausura abbiamo provato emozioni contrastanti: da una parte sorpresa, rincrescimento, stupore, mistero; dall’altra gioia e allegrezza per la chiamata a una consacrazione totale a Cristo. Una gioia che abbiamo visto stampata sul viso di Dany, perché si sente amata teneramente». Un’altra ragazza del Gifra commenta così: «Partecipando alla cerimonia della professione c’è da dire che è stato un inno sponsale tra la principessa “Amata” e l’amato Gesù. Anche il catering non ha avuto niente da invidiare all’happy hour dei giovani, in totale armonia con le sorelle clarisse. Abbiamo cantato e cantato tra gioia, lacrime, allegria. Grazie, suor Amata: grazie dal tuo Gifra».
AMICIZIA Questa, infine, la toccante testimonianza di una carissima amica: «L’amicizia prende ritmi più lenti, fatta di momenti di condivisione tramite modalità di comunicazione a cui non siamo più abituate: una telefonata negli orari prestabiliti, un biglietto scritto da far consegnare da parte di chi passerà ad Assisi dopo qualche giorno o, quando ne si ha la possibilità, una visita nella città di San Francesco per due chiacchiere di persona. Questo rallentare e fermarsi è stato uno dei messaggi condivisi durante l’omelia dal celebrante per cercare di spiegare il mistero grande della professione di Daniela – Suor Amata: non è importante per chi corri, ma per chi ti fermi».