“Riberia. Un gioiello di rigenerazione urbana e inclusione sociale”. É la proposta con la quale il Comune di Vigevano partecipa al bando “Progetti emblematici maggiori 2025” di Fondazione Cariplo. L’iniziativa punta a trasformare Palazzo Riberia, un ex convento seicentesco diventato successivamente orfanotrofio, in un polo di connessione urbana e coesione sociale. L’obiettivo è spezzare il ciclo di isolamento e marginalità della zona, creando spazi per persone con disabilità, minori fragili, anziani e giovani in difficoltà.
PROGETTO Il progetto prevede la messa in sicurezza dell’edificio, il restauro delle facciate e il recupero del piano terra, che ospiterà servizi educativi e di inclusione sociale, tra cui il Servizio di formazione all’autonomia (Sfa) e il Centro diurno per minori disabili (Cdd). Verranno realizzati anche alcuni alloggi “casa-lavoro” per favorire l’autonomia abitativa e lavorativa. Un elemento chiave del progetto è la riqualificazione del parco pubblico, con interventi su spazi verdi e edifici affrescati. Inoltre, il cortile interno Santa Teresa sarà trasformato in un’area per attività educative all’aperto, mentre dodici alloggi a canone agevolato saranno adeguati con servizi moderni e nuovi impianti. Il recupero degli edifici storici sul confine sud permetterà di destinarli a eventi culturali. Un altro intervento rilevante riguarda la ristrutturazione del Cantinone, spazio che diventerà un punto di aggregazione comunitaria con ingressi accessibili, servizi rinnovati e il restauro delle sue volte storiche.
ARTE Il progetto prevede anche il recupero degli elementi artistici presenti nell’edificio: dipinti settecenteschi, affreschi del XVIII secolo e un antico lavatoio in pietra saranno restaurati per valorizzare il patrimonio culturale locale.
Il progetto – ha dichiarato il vicesindaco Marzia Segù – completa la strategia di rigenerazione urbana di Palazzo Riberia, creando le condizioni ideali per il successo del Community Skill Center. Speriamo che Fondazione Cariplo condivida questa visione e ci aiuti.
Davide Zardo