Nato nel 2020 come un divertissement fra amici frequentanti il bar “Da Papalina” di Porto Sant’Elpidio, il FantaSanremo è diventato in pochi anni qualcosa di terribilmente serio.
IN MASSA I milioni di partecipanti (2.8 milioni lo scorso anno, per un totale di 4.2 milioni di squadre iscritte) hanno attirato l’attenzione di importanti sponsor, disposti a pagare per vedere il proprio marchio abbinato ad alcuni “bonus”. Si gioca gratuitamente scaricando un’app per smartphone e ingaggiando una squadra di cantanti nella speranza di accumulare più punti possibile. Il punteggio è dato dalla posizione in classifica dell’artista, ma anche (e soprattutto) dai “bonus”: particolari azioni, circostanze o outfit che accompagnano l’esibizione o la permanenza dell’artista stesso a Sanremo.
Per aumentare la suspence, quest’anno gli organizzatori hanno deciso di svelare le modalità di attribuzione di alcuni bonus solo poco prima dell’inizio delle singole serate del Festival.
PUNTI E SPUNTI Negli anni la capacità di produrre punti a beneficio dei fan che hanno schierato il proprio beniamo all’interno delle FantaFormazioni è diventato elemento di prestigio per i personaggi più attenti al lato scanzonato della kermesse, tanto che alcuni (Emma o BigMama solo per citarne un paio) hanno deciso di far dipendere una discreta fetta delle loro scelte a contorno dell’esibizione proprio in funzione di accumulare bonus. Conoscere solo all’ultimo, se, ad esempio, produrrà più punti portare con sé un fazzoletto sgargiante piuttosto che indossare un abito di un determinato colore non potrà fare altro che mettere loro ulteriore pressione. L’altra novità di quest’anno è l’introduzione delle riserve: ogni squadra avrà dei cantanti titolari e altri che staranno “in panchina”. Il giocatore dovrà decidere, a seconda delle serate, quali artisti schierare.
AZZARDI Un’opportunità per permettersi qualche scelta azzardata in più e provare a scommettere cercando di azzeccare chi, nel corso della settimana festivaliera, potrebbe rivelarsi una sorpresa di questa edizione e promuoverlo a titolare a dispetto di chi non si mostrasse particolarmente disponibile a piegare le proprie esibizioni alle logiche del FantaSanremo (e di brutte sorprese – vedi Lazza e Alessandra Amoroso – i fantagiocatori ne hanno viste tante…).
Paolo Barni