Un evento che concilia arte e fede. È la mostra “Vigevano e Monza” nelle sale del Museo del Tesoro del Duomo, dal 5 ottobre al 29 dicembre, che ha come obiettivo l’esposizione dei fondi oro recentemente giunti a Vigevano da Rosasco e la ricostruzione del registro inferiore del polittico di san Giovanni Battista Decollato, un tempo esposto nel Duomo di Monza e poi frazionato.
LA MOSTRA L’evento vede la collaborazione del Museo e Tesoro del Duomo di Monza che ha prestato due tavole presenti nella sua collezione (Santi Pietro e Paolo e Decollazione del Battista). «L’annuncio del Vangelo – commenta il vescovo, monsignor Maurizio Gervasoni, nella prefazione del catalogo curato dal Mtd – ha sempre generato una serie di manifestazioni che hanno raggiunto in ambito artistico veri e propri capolavori. Da sempre la Chiesa ha individuato nell’arte uno straordinario mezzo di evangelizzazione, non solo veicolo di contenuti (catechesi), ma ha anche riconosciuto nella “via pulchritudinis” un mezzo di proclamazione, di trasmissione della fede e uno straordinario strumento di elevazione spirituale. La ricostruzione proposta svela il potenziale dell’arte che ha assolto ad un ruolo catechetico-pastorale per una immediata comprensione per chi, nel passato, si accostava all’altare per la preghiera ordinaria».
ARTE E FEDE Il linguaggio dell’arte è infatti capace, per via delle dinamiche estetiche della sensibilità, di avvicinare le persone tra loro, inclusi i giovani. «In una situazione segnata profondamente dalla cultura secolarizzata e individualistica – continua il Vescovo – la proposta dell’arte cristiana diventa un valido strumento per una nuova comunicazione e trasmissione dei contenuti di fede. Nella fase di recezione e trasmissione, che continua durante tutta la vita della Chiesa, la “via della Bellezza” diventa particolarmente appetibile per ogni uomo e donna, soprattutto per chi non ha più l’habitus della fede. Per tanto, questa operazione di investimento da parte del Museo, dell’Ufficio Cultura e dei Beni Culturali, quindi della Diocesi, sulle sacre immagini artistiche, è quanto mai attuale per il nostro tempo».
EVENTO ATTUALE Innanzitutto per una ragione culturale, perché, prosegue il Vescovo, «la civiltà delle immagini di oggi deve molto alla iconografia e in particolare a quella che trova le sue radici nella sacra scrittura e nella tradizione della Chiesa. In un secondo luogo per l’annuncio e l’inculturazione del messaggio cristiano per le nostre comunità che non coltivano solo la memoria, ma devono incarnare la fede nel presente, mostrando così come la tradizione artistica cristiana rivisitata, reinterpretata, rimane sostegno vivo per la storia della fede. Infine una ragione culturale e civile che favorisce il dialogo interreligioso e la formazione di una corretta laicità, perché l’arte ci permette di avviare un confronto tra cultura e fede».
Davide Zardo