Unire carità e cultura con la forza della musica. Non una dichiarazione d’intenti, ma l’obiettivo concreto del concerto di sabato 18 novembre nella cattedrale di Sant’Ambrogio a Vigevano, che vedrà l’orchestra Esagramma calcare la scena ducale. A partire dalle ore 21 il Duomo vigevanese si riempirà delle sinfonie musicali per concludere in bellezza il convegno delle Caritas parrocchiali, “Carità è Cultura”.
IL CONCERTO Protagonista di questa serata sarà l’ensemble sinfonico milanese, che ha all’attivo più di cinquecento eventi e ha calcato palchi prestigiosi suonando tra gli altri al Parlamento Europeo, all’auditorium Mahler di Milano, alla Georgetown University di Washington. Un’équipe musicale che, oltre alla professionalità e al talento dei suoi quaranta musicisti, con e senza disabilità, vanta arrangiamenti inclusivi, capaci di avvicinare anche un pubblico poco avvezzo alla musica sinfonica. Tra i brani che saranno eseguiti nella serata di sabato 18, alcuni pezzi di Gershwin, Grieg, Sequeri e Beethoven.
INCLUSIONE «Fare un convegno vuol dire dare la possibilità a chi partecipa di fare un percorso formativo e informativo – spiega don Moreno Locatelli, direttore della Caritas Diocesana – e soprattutto vuol dire sentirsi parte di un’esperienza molto più grande di quella della parrocchia». Un convegno, quello della Caritas diocesana molto più articolato rispetto a quelli degli scorsi anni, ma per un’occasione ben precisa. «Abbiamo voluto dare un tono più “corposo” a questo appuntamento per noi molto importante – prosegue don Locatelli – perché coincide con il decimo anniversario dell’episcopato di monsignor Gervasoni. Per questa ragione vogliamo ricambiare tutto il sostegno che in questi anni il vescovo ci ha dato, omaggiandolo con questo concerto finale».
CULTURA Un appuntamento, quello del concerto di Esagramma, che non vuole solo essere un’occasione di celebrazione, ma anche un modo per unire carità e cultura. «Questo evento vuole essere una doppia opportunità – argomenta il direttore di Caritas Vigevano – ovvero far passare l’idea concreta per cui nella carità ci sta un principio culturale fondativo. Lo scopo è quello di offrire a tutti un livello culturale alto su un tema che però è estremamente concreto. Fare carità non è solo un gesto dettato dal buon cuore, ma è un fatto culturale». Si tratta di un appuntamento a cui la Caritas Diocesana vuole far partecipare anche tutti i suoi assistiti. «Il 95% degli eventi culturali non vedono protagonisti i poveri perché non possono permetterselo – conclude don Locatelli – Noi inviteremo tutti i nostri beneficiari affinché possano avere la possibilità di sentirsi parte di qualcosa di unico e a cui non avrebbero l’opportunità di parteciparci abitualmente».
Rossana Zorzato