Oratorio, non è solo un gioco

Dal 29 al 31 agosto si è svolto presso il villaggio alpino Don Bosco a Cogne il corso di formazione per animatori d’oratorio: una ricca esperienza profonda e intensa per i ragazzi presenti che hanno lavorato bene e con entusiasmo.

FARSI INTERROGARE Sono stati tre giorni impegnativi, ma allo stesso tempo divertenti. Gli animatori presenti hanno sperimentato e riflettuto sul fatto che andare in oratorio tutti i sabati o le domeniche, fare gruppo, fare formazione in parrocchia con altri giovani, organizzare un campo estivo o le attività estive dell’oratorio, sono esperienze che fanno crescere e arricchiscono, divertono… ma non è solo un gioco! Si sono confrontati sull’essere chiamati a esserci, a mettere se stessi e la loro azione formativa a servizio dei bambini e dei ragazzi, a educare e a trasmettere valori umani e cristiani. Se ti stanno a cuore i ragazzi che ti sono affidati allora è importante lasciarti interrogare e trasformare: scegliere di essere animatore è una decisione di valore, vuol dire confrontarsi con sé stessi e con alcuni concetti indispensabili che caratterizzano il modo con cui si vive quest’esperienza;

vuol dire imparare e lasciarsi cambiare per saper svolgere in maniera adeguata il proprio servizio.

COERENZA Anche attraverso il gioco e attività hanno lavorato per capire che l’animatore è colui che mette a disposizione le proprie capacità per organizzare attività per bambini o ragazzi, “animando e condividendo” il tempo libero di chi partecipa a iniziative promosse dall’oratorio e dalla parrocchia, promuovendo una cultura dello stare assieme secondo i valori cristiani. Uno dei laboratori di Cogne aveva come obiettivo l’attenzione alla spiritualità dell’animatore cristiano, che deve contraddistinguersi dagli altri animatori per i valori trasmessi: è lo Spirito che agisce e valorizza i carismi di ciascuno affinché diventino un dono per le persone attorno a noi, accogliendo le diversità e le peculiarità che ciascuno porta con sé. E come tutti gli educatori deve avere in testa alcune regole che gli permettono di essere riconosciuto come affidabile e coerente con i valori che contraddistinguono il contesto nel quale è inserito.

COLLABORAZIONE Abbiamo ricominciato in modo semplice: «Perché ho deciso di…? Quali motivi ho per…? L’animatore fa parte di un gruppo!». La collaborazione è l’unica strategia che permette a un gruppo di funzionare e di crescere di volta in volta con i pregi e difetti di ognuno. Ringrazio tutti coloro che hanno regalato tempo per questa tre giorni, in modo particolare il Circolo NOI Vigevano Aps con l’équipe che ha preparato e svolto le attività per i ragazzi. Ringrazio il vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni, che ha sostenuto l’iniziativa e nella giornata finale è passato a trovarci.

don Antonio Mercuri, direttore Ufficio PG

Le ultime

Viaggio in Parrocchia / Immacolata: un santuario connesso alle opere sociali 

L'origine della chiesa-santuario della Beata Vergine Immacolata è strettamente...

Vigevano, incuria allo scalo ferroviario

La stazione di Vigevano, una “porta” verso la metropoli...

Ius Scholae / Cittadinanza: serve una revisione delle norme

L’inclusione e il futuro di tanti ragazzi appesi al...

Irlanda, viaggio tra cristianità e natura

Un viaggio in Irlanda alla ricerca delle radici cristiane,...

Login

spot_img

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui