Nel 2023, quando aveva chiuso l’unico bar del paese, il parroco aveva aperto l’oratorio per offrire a chi andava al mercato del lunedì il “caffè del Don”.
IL CAFFE’ DEL DON Lui è don Paolo Ciccotti, mentre il paese è Cergnago, nemmeno 700 abitanti. Tutti lieti di questa singolare iniziativa che purtroppo, per questioni burocratiche e sanitarie, è durata poco. Lo “spritz del Don” invece, che doveva tenersi nei pomeriggi di sabato, non è nemmeno partito, questa volta per un problema di diritti d’immagine della locandina.
Peccato – commenta don Ciccotti – perché me l’avevano chiesto molte persone che ovviamente nei giorni feriali lavorano. Sarebbe stato un modo per fraternizzare anche con chi magari non viene in chiesa.
FACCIATA RESTAURATA Una chiesa, quella di Sant’Elena, che recentemente è stata rimessa a nuovo nella facciata e nel sagrato fiancheggiato da piante di ulivo. E alla festa per l’inaugurazione ha partecipato tutto il paese. «Sono arrivato a Cergnago nell’ottobre 2018 – racconta il parroco – e sono stato subito ben accolto. Qui c’è una bella dimensione di relazione umana, abbiamo imparato a conoscerci e ad andare d’accordo. I momenti comunitari in chiesa sono fondamentalmente due, con la messa domenicale e l’adorazione eucaristica giovedì seguita in serata dalla scuola della Parola. Certo, mancano i giovani, e la fatica più grande è coinvolgere le famiglie dei bambini che frequentano il catechismo: diciamo che li mandano più per tradizione che per convinzione, e per i genitori c’è la tentazione di rimanere un po’ ai margini. Abbiamo una ventina di ragazzi, seguiti da quattro catechisti». Da segnalare un coro polifonico parrocchiale con quindici cantori, diretto da Gabriele Sonzogni (che suona anche il violino) con l’organista Enrico Fossati, e un repertorio sacro che va da Mozart a Perosi ad Arcadelt e Oltrasi.
IL DON SUL WEB Don Ciccoti, che è anche l’esorcista diocesano, da quando è a Cergnago si distingue per alcune iniziative mediatiche come i video su Youtube col commento al Vangelo domenicale, anche in dialetto, con registrazioni effettuate durante i viaggi in automobile per andare a pranzo dalla mamma a Sairano. «Sono tentativi di portare la parola di Dio fuori dalla chiesa – spiega il sacerdote – Credo che la comunità abbia bisogno di crescere sempre nell’amore per Cristo, e che la fede diventi vita, testimonianza in famiglia e sul luogo di lavoro. Spero sempre che chi viene a messa lo faccia per convinzione più che per abitudine e ripetizione: non abbiamo bisogno di laici clericizzati. Il mio augurio ai fedeli è di vivere intensamente il reale nella vita quotidiana, perché è lì che il Signore si fa presente».

Bellomo: «Ho ritrovato la fede dopo 40 anni»
«Non facciamo la chiesa più bella per fare a gara con i paesi vicini ma per ricordarci di desiderare di essere a nostra volta belli». Così don Ciccotti ha commentato i lavori di restauro della facciata e di rifacimento del sagrato della chiesa parrocchiale di Cergnago, inaugurati domenica 18 agosto per la festa patronale dedicata a Sant’Elena. Ma c’è anche chi i lavori di manutenzione li fa tutti i giorni, come il 71enne Doriano Bellomo che si occupa soprattutto di curare l’altare dedicato alla Madonna nella chiesetta di Santo Stefano, di tagliare l’erba, imbiancare i muri della canonica e svolgere altre piccole mansioni.
Una storia, la sua, che parla di un riavvicinamento alla fede dopo un lungo periodo. «Era da oltre 40 anni che non frequentavo la chiesa. Nel 2019 mia madre è stata male, e prima che morisse ho conosciuto don Paolo Ciccotti che veniva a visitarla. Non mi ha mai detto niente di particolare, ma grazie alla sua presenza ho iniziato a riavvicinarmi alla fede e ai sacramenti. Con mia moglie Maria Grazia sono tornato in chiesa, all’adorazione del giovedì sera, e da quel momento in me qualcosa è cambiato. Stavo bene con me stesso, provavo tanta serenità, e così ho cominciato a impegnarmi per la parrocchia. E anche mia moglie adesso si occupa di fare le pulizie in chiesa. Peccato che ho perso tutti quegli anni, dovevo conoscere don Paolo prima».
Davide Zardo