«Per noi musulmani è la seconda festa più importante dopo il Ramadan»: queste le parole usate dall’imam Abdelaziz Ragab per spiegare l’importanza dello Eid al-Adha, la “Festa del Sacrificio” che la comunità islamica ha celebrato nella mattina di domenica 16 giugno nel parcheggio del palazzetto dello sport di Vigevano.
LA FESTA Quasi duemila musulmani si sono riuniti alle 7 per onorare la festa che commemora l’atto di sottomissione a Dio da parte del profeta Ibrahim (Abramo), pronto a sacrificargli il figlio primogenito Ismaele (Isacco per i cristiani), il cui corpo fu sostituito, proprio un attimo prima del sacrificio, con un montone che fu sgozzato dallo stesso Ibrahim. Per la religione islamica questa festa è il momento in cui i più ricchi mettono a disposizione le proprie risorse per consentire la macellazione di animali, la cui carne viene poi data ai poveri e ai più bisognosi. La ricorrenza è stata celebrata proprio in concomitanza con uno degli ultimi giorni del pellegrinaggio alla Mecca, l’Hajj, uno dei pilastri dell’islam. La data esatta dello Eid al-Adha varia ogni anno a causa del calendario lunare islamico, che è circa undici giorni più corto rispetto a quello gregoriano. Quest’anno la “Festa del Sacrificio” si è conclusa il 19 giugno.
IMPORTANZA «Un momento in cui ricordiamo le nostre tradizioni e l’amore per Dio – ha spiegato Ibrahim Hussein, portavoce della comunità islamica di Vigevano – pronto ad aiutarci nel momento del bisogno. Per noi questa celebrazione rappresenta il momento durante il quale è stato sconfitto il male. La “Festa del Sacrificio” avviene sempre all’insegna della condivisione e della generosità. Ringraziamo il comune di Vigevano per averci dato la possibilità di celebrare al palazzetto un momento così importante per noi e per la nostra tradizione». Alla festa hanno preso parte anche il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa, il consigliere regionale Andrea Sala e Andrea Motta, presidente della Cri di Vigevano. E proprio Ceffa ha parlato dell’importanza di promuovere il dialogo «tra fedi diverse ma che predicano comunque pace e rispetto. L’amore e la pace, alla luce di quello che sta succedendo nel mondo, sono necessari se si intende interrompere ogni forma di conflitto».
La partecipazione molto sentita e numerosa durante questa preghiera fa capire che il dialogo tra la comunità islamica e il Comune è particolarmente attivo e va avanti da anni.
DIALOGO Pace e comprensione tra i popoli: tra i musulmani presenti al Palazzetto c’era anche Omar, 50 anni, padre di due bambini, residente a Vigevano da ormai 25 anni, che ha voluto ribadire come «tra Islam e Cristianesimo ci siano diversi elementi in comune. Nel Corano è scritto che Gesù è un profeta venuto a portare una scrittura che ricorda agli uomini di sottomettersi a Dio. Per noi è un profeta molto importante. Le religioni e le varie fedi non devono essere considerate come cause di conflitti e incomprensioni, ma come vie necessarie per perseguire la pace e la virtù. Quando si capisce di commettere degli errori si deve avere l’umiltà di chiedere scusa anche a Dio».
Edoardo Varese