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Anche la politica locale si divide sullo ius scholae. «Sono assolutamente contrario»: il segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Claudio Mangiarotti, non ha dubbi, anche se all’interno del suo partito qualcuno è meno drastico. Al Meeting di Rimini, ad esempio, Francesco Lollobrigida ha sottolineato che a diventare cittadino italiano ha diritto chi affronta un percorso in cui possa dimostrare l’amore per questa terra. Non c’è niente di male, secondo l’esponente politico, nel diventare cittadini e italiani con delle leggi e delle regole comuni a gran parte dei Paesi del mondo. Anche la Lega ha ribadito la propria contrarietà: «Lo ius scholae non è certo una priorità – spiega il segretario provinciale Jacopo Vignati – l’attuale legge va benissimo».
CONVERGENZE In Forza Italia a Vigevano il dibattito è articolato: «Prima di tutto per coerenza – dice Antonello Galiani, vicecoordinatore regionale – Silvio Berlusconi da sempre ha sostenuto questo strumento di integrazione, che è tipico della cultura liberale perché favorisce un’inclusione consapevole e responsabile, legata a un processo di integrazione attiva. Siamo a favore perché nel 2024 è anacronistico pensare che solamente il diritto del sangue determini la cittadinanza. Non è accettabile che a parità di nascita, istruzione e valori ci possano essere discriminazioni tra le giovani generazioni. In tutto il mondo si è dimostrato che accettare un percorso per l’ottenimento della cittadinanza aiuta a diminuire le tensioni sociali. Il caso di Terno d’Isola ci racconta di come siano stati proprio dei cittadini acquisiti a dare soccorso e allarme alla povera ragazza».
A SINISTRA Pd e M5S si mostrano favorevoli allo Ius Scholae e a misure meno stringenti per la concessione della cittadinanza italiana. «E’ inaccettabile che tanti ragazzi nati e cresciuti in Italia si vedano negare il diritto di sentirsi parte integrante della nostra comunità – denuncia Arianna Spissu, segretaria del Pd di Vigevano – il percorso scolastico deve essere visto come un vero cammino di integrazione e costruzione dell’identità civica». Dello stesso avviso è Silvia Baldina, consigliera comunale di Vigevano del M5S: «Durante la scorsa legislatura la Commissione Affari Costituzionali aveva approvato un testo sullo ius scholae, grazie anche al sostegno di Fi su questo testo si possono trovare convergenze». Edoardo Casati, esponente del circolo cittadino di Rifondazione Comunista afferma di essere
favorevole allo ius scholae, ma l’opposizione deve svolgere il proprio lavoro in modo costruttivo.
AL CENTRO Favorevole anche Iv: «È necessario concedere la cittadinanza italiana a chi ha frequentato per almeno 5 anni le scuole – dice Barbara Verza di Italia Viva – e a tutti gli studenti stranieri che hanno svolto e completato gli studi universitari. Del resto si dà la cittadinanza per ius sanguinis a persone che non vivono nemmeno in Italia e non parlano nemmeno l’italiano. Siamo curiosi di vedere la posizione finale di Fi». «Visto il contesto demografico italiano, occorre essere pragmatici – sottolinea Tommaso Bernini, segretario provinciale di Azione – Azione sostiene la riforma del diritto alla cittadinanza basata sullo Ius Scholae: chi cresce in Italia e termina un primo ciclo di studi, deve essere cittadino italiano. Anche i Romani lo avevano capito tempo addietro». Azione proporrà lo stesso testo di Fi, inoltre a Pavia il 14 settembre ci sarà un gazebo sul tema.
Grechi: «Le imprese lavorano grazie agli stranieri»
Come si pongono le associazioni di categoria e il mondo del Terzo Settore sul tema cittadinanza?
MONDO PRODUTTIVO Per Luigi Grechi, presidente di Confartigianato imprese Lomellina, «il dibattito interessa in modo significativo le aziende. Non si dimentichi che l’Italia in questo particolare periodo storico attraversa un pesante inverno demografico che si traduce in una carenza occupazionale senza precedenti».
Anche a causa di questo, e delle difficoltà nel reperire personale locale per specifiche mansioni, sono sempre di più gli stranieri che rendono possibile la continuità produttiva delle nostre imprese.
Per questo secondo Grechi «procedure di accesso facilitate, sostegno nella formazione, rapidità e attenzione nell’inserimento, minore burocrazia e più preparazione linguistica sono le fondamenta affinché l’occupazione degli stranieri possa portare un valore aggiunto significativo alle nostre imprese. E possa contribuire all’apertura di nuove, fondamentali, attività». Meno netta la posizione di Assolombarda, che preferisce aspettare l’evolversi del confronto politico e l’eventuale disegno di legge prima di esprimersi in maniera compiuta sull’argomento.
TERZO SETTORE Chi invece prende posizione senza remore è Iole Barettoni, presidente dell’associazione Oltremare che a Vigevano è stata pioniera nel campo dell’accoglienza. «Questi bambini sono già cittadini italiani ma nessuno glielo vuole riconoscere. “Per quale motivo il mio amico non è come me?” Loro si parlano in termini di affettività, non di legalità. Non si tratta di ragionare in termini di “diritto” ma di realtà, guardare le cose come sono e basta. Quanta mancanza di buon senso c’è? Ius scholae? Dov’è la stupidità di coloro che sono contro. Contro che cosa? Le difficoltà nascono perché ciò che stride è la totale insipienza di chi ha pensato a una cosa del genere: questa persona non ha l’umanità in testa».
Ab, Ev, Ms, Ig.