Se la provincia di Pavia si piazza al 49esimo posto, come si classificherebbe Vigevano per qualità della vita considerando i dati cittadini? L’Araldo ha preso i parametri dell’indagine di ItaliaOggi e Università La Sapienza e ha provato a calarli nella realtà della città ducale che presenta un tenore di vita più elevato per quanto riguarda le sfere lavorativa, della ricchezza, della popolazione e uno più basso in quelle di ambiente, tempo libero e salute. Degli 82 indicatori di base ne sono stati ricalcolati 34 partendo dalle informazioni disponibili, la maggior parte degli altri (37) sono aggregati a livello provinciale e non sono reperibili – o non facilmente – a livello comunale, i rimanenti non sono stati presi in considerazione perché riferiti direttamente al capoluogo.
Il risultato è una fotografia di Vigevano attendibile, in quanto misurabile, che può essere utile sia alla cittadinanza sia ai decisori politici per individuare punti di forza e criticità al di là degli stereotipi, dei pregiudizi e delle convinzioni socio-economiche o politiche.
Partendo dai primi, l’analisi rivela che i vigevanesi beneficiano di un mercato del lavoro che sembra più mobile di quello provinciale, di servizi adeguati a livello formativo e di un reddito superiore rispetto alla media della provincia di Pavia. Lo conferma indirettamente anche l’andamento demografico, che rivela un saldo naturale e un saldo migratorio migliori sempre in relazione alla Provincia. Tuttavia se si considera la vivibilità la situazione è meno rosea. A livello ambientale Vigevano si dimostra costantemente indietro per tutti i fattori analizzati, che si tratti dell’inquinamento atmosferico o del verde urbano, delle aree pedonali o delle piste ciclabili, del fotovoltaico sugli edifici pubblici o della differenziata. La città è rimandata anche considerando il sistema salute, ma qui la concorrenza di Pavia è difficile da sostenere senza considerare che negli ultimi anni la Regione ha scelto di depotenziare l’area lomellina, e il tempo libero: che si cerchi un albergo o un cinema, una libreria o un ristorante, la scelta è limitata anche nel confronto col resto della Provincia, che già si piazza tra quelle a “scarsa” qualità della vita in questo ambito. (a cura di Gds, Rz)
Vigevano rimandata in ambiente. Che dal punto di vista ecologico la città non sia irreprensibile è cosa nota, ma che la sua “pagella” sia peggiore di quella provinciale è un elemento che colpisce, anche perché l’insufficienza è generalizzata per quasi tutti gli indicatori presi in considerazione nel report di ItaliaOggi. Partendo dall’inquinamento atmosferico, Vigevano presenta una situazione peggiore tanto dal punto di vista del PM10 quanto dal punto di vista del PM2.5 (qui il dato è ricavato dalla centralina di Parona, ma l’aria non conosce confini comunali stringenti), anche per quanto riguarda la raccolta differenziata si è all’inseguimento: la media pavese è 65.18% a fronte del 60.60% ducale (valore di inizio 2022), nondimeno i rifiuti indifferenziati prodotti sono al di sotto della quota provinciale, che è 569.86 chili per abitante per anno, mentre i dati forniti da Asm e relativi al 2021 indicano 495.66. La situazione torna a essere fortemente negativa se si analizzano le piste ciclabili e le aree verde disponibili, nel primo caso si tratta di 25.36 chilometri ogni cento chilometri quadrati (Vigevano ha un’estensione di 82.88 km2) a fronte di un valore della Provincia di 62.9, più del doppio, nel secondo alla luce di quanto dichiarato nel Documento unico di programmazione sono 6.9 metri quadri per abitante contro i 24.13 di riferimento, oltre il triplo. Fortemente deficitaria anche la quota di area pedonale pro capite, circa 50 m2 ogni cento residenti contro gli 88.20 di media del territorio. L’unico punto Vigevano lo segna nella quota di fotovoltaico presente su edifici pubblici, pari a 4.80 metri quadri ogni mille abitanti a fronte di un valore di riferimento pavese di 3.73, anche se tutti concentrati in un unico edificio, l’ex palazzo Esposizioni, mentre in tutti gli altri non c’è neppure un pannello.
E dire che la città continua a essere attrattiva rispetto al contesto provinciale. Se si analizzano i dati relativi alla popolazione Vigevano ha un numero inferiore di morti (12.70 contro 17.28) e un numero maggiore di nati (6.61 contro 6.28) ogni mille cittadini, con un numero di medio di componenti del nucleo familiare leggermente più alto (2.24 contro 2.21), un tasso di emigrazione e di immigrazione più bassi (rispettivamente 28.91 uscite contro 37.33 e 36.85 ingressi contro 38.25 ogni mille residenti, anche se quest’ultimo dato è negativo perché le iscrizioni all’anagrafe da altri comuni o dall’estero compensano il saldo naturale in rosso). Tuttavia questi elementi positivi si inseriscono in un quadro di crisi che interessa tutta Italia e non risparmia Vigevano, quello della strutturale denatalità e dell’aumento di mortalità causato dalla pandemia.
2. SOCIALE E SALUTE
L’entrata all’ospedale di Vigevano
Vigevano è promossa per quanto riguarda la salute e la sicurezza sociale? Soprattutto alla luce di questi ultimi due anni pandemici, la sanità è diventata ora più che mai un punto di riferimento per tutti i cittadini, ambito che spesso e volentieri lascia a desiderare. Secondo i dati analizzati dalla ricerca di ItaliaOggi, a livello provinciale Pavia ha un buon sistema salute (18esima), ma ha comunque dieci posizioni in meno rispetto allo scorso anno. Una posizione che si rispecchia anche a livello locale, se analizziamo i posti letto dell’Ospedale civile di Vigevano e dell’Istituto clinico Beato Matteo. Di quest’ultimo, sebbene non si abbiano i dati precisi reparto per reparto, ci sono 174 posti letto secondo l’Aiop; la struttura include anche la radioterapia, non presente al Civile.
Per quanto riguarda il nosocomio vigevanese emergono dei dati piuttosto incoraggianti. Se a livello provinciale per il reparto di cardiologia si attestano a 25.76 posti letto ogni mille abitanti, a Vigevano vi sono 0.5, comprendendo il reparto di cardiologia e l’unità coronarica; leggermente di più i valori per oncologia vigevanese, 0.85 contro 10.6. Quanto alla terapia intensiva, sono 11.02 posti letto ogni centomila abitanti a fronte dei 10.78 provinciali, tuttavia a Vigevano manca quella neonatale. I dati reali sono leggermente più alti perché nel computo occorre inserire quelli del Beato Matteo, ma resta comunque una differenza di due ordini di grandezza. Per quanto riguarda la presenza di risonanze magnetiche e Tac, Pavia si piazza rispettivamente alle posizioni numero 21 e 45. Migliora anche la sicurezza sociale che in questi due ultimi anni, complice la pandemia, ha visto una netta risalita rispetto ai dati provinciali. Se il quinquennio 2015-2019 ha visto un aumento della mortalità in tutta la popolazione, con un aumento pari a +3.98% negli over 65 e a +6.96% negli under65, si attestano stabili i valori relativi a infortuni sul lavoro, ma anche ai morti per tumore. Sono aumentati invece i reati a sfondo sessuale contro minori e diminuiti i casi registrati di Covid con 73 contagi ogni 1000 abitanti.
3. LAVORO E ISTRUZIONE
Se si prendono in considerazione le aree “affari e lavoro”, “istruzione e formazione”, “reddito e ricchezza” Vigevano sembra piazzarsi al di sopra della media della provincia di Pavia. Tuttavia occorre precisare che in questi ambiti sono pochi gli indicatori che è possibile tarare a livello municipale, in quanto la maggior parte sono aggregati a livello provinciale. Quelli che è possibile estrapolare vanno tutti nella direzione di una maggiore qualità della vita rispetto al territorio in cui la città è inserita. Vale per il tasso di occupazione, 65.83% (dato 2019) contro 65.09%, per il reddito medio disponibile pro capite, 20345 euro (dato 2020) contro 19756.7 euro, per il costo al metro quadro di un appartamento nuovo in zona semicentrale, 1200 euro contro 2212.5 di riferimento (qui la fonte è un’agenzia immobiliare consultata da L’Araldo). Si tratta di valori che sembrano compatibili con quella che è pur sempre la principale città industriale del pavese; anche il costo ridotto degli immobili, che nell’indagine di ItaliaOggi è un elemento positivo, è in linea con un comune in cui sono numerose le case invendute.
In relazione al contesto produttivo, Pavia ha un basso indice di disoccupazione, 5.42% che le vale la ventesima posizione, ma anche una scarsa vocazione “imprenditoriale”: le imprese ogni centomila abitanti sono 86.2 (92esima), le start-up ogni centomila aziende sono 148.87 (63esima), le cessazioni ogni mille realtà attive 5.94 (68esima). Data la vocazione imprenditoriale di Vigevano sarebbe interessante valutare se questi dati trovano una conferma o una smentita nel quadro cittadino. Lo stesso vale per i parametri relativi al reddito, se quello medio disponibile pro capite è più alto della quota provinciale, non è possibile ricavare un’informazione dettagliata per quanto riguarda la retribuzione media dei dipendenti, che in Provincia si attesta a 21642.17 euro, l’importo medio delle pensioni, 20113.8 euro, la ricchezza patrimoniale pro capite, 201889.1 euro, la variazione dei pezzi al consumo, +0.19%, un dato quest’ultimo destinato a compiere un enorme balzo in avanti quando sarà preso in esame il 2022, anno in cui ha tornato a farsi sentire l’inflazione dopo decenni di vacanza. Il capitolo istruzione, pur in assenza di un riscontro cittadino, dovrebbe raccontare una realtà omogenea tra Vigevano e il resto della Provincia. I diplomati sono circa il 70% (18esimo posto), i laureati il 30.2% (28esimo), le persone in formazione continua tra i 25 e i 64 anni l’8.8% (17esimo), anche a livello di competenze alfabetiche e numeriche adeguate il pavese rientra nella prima parte della graduatoria (39esima e 38esima posizione). Quanto alla dotazione di asili nido, i 246 posti dichiarati dal Comune nel Dup a fronte di 1269 bambini al di sotto dei tre anni indicano un 19.4% di disponibilità rispetto al 33% che è l’obiettivo fissato dall’Ue.
4. SICUREZZA E TEMPO LIBERO
Il tempo libero costituisce una fetta importante della vita e può migliorarne la qualità. Ma la Provincia, e in particolar modo Vigevano, contribuiscono a rendere tutto questo possibile? Una domanda questa a cui si può cercare di dare una risposta analizzando alcuni dati di ItaliaOggi. L’area pavese si posiziona molto al di sotto rispetto alla media nazionale, basti pensare che per quanto riguarda le categorie cinema e alberghi si trova rispettivamente alla 99esima e 97esima posizione con 0.73 e 11.15 strutture sul territorio ogni 100mila abitanti. Si tratta di valori che risultano quasi sempre inferiori rispetto alla media provinciale, mostrando comunque come Vigevano sia fornita, seppur non abbastanza, di luoghi dedicati al tempo libero. Un esempio su tutti, i bar e caffè nella città ducale non mancano, anzi ogni 10mila abitanti sono 16.5 quelli a disposizione a fronte dei 6.8 della Provincia, mentre se si tratta di andare fuori a cena la scelta si riduce: 3.30 contro i 6.2 nell’intera area pavese, quasi la metà. Scarsa è anche la disponibilità di spazi sportivi, 3.46 palestre contro 6.03, e ridotto il numero di associazioni ricreative, 4.4 contro 10.05. I cinema sono un miraggio: 0.2 ogni 10mila abitanti.
Se per il tempo libero si potrebbe fare di più, un tematica da non sottovalutare è la sicurezza: i dati che preoccupano a livello provinciale sono sicuramente quelli riguardanti scippi e borseggi, furti in appartamento, furti d’auto e tentati omicidi, per cui Pavia si posiziona nella parte bassa della classifica a causa dell’alto tasso di infrazioni. Più nello specifico, si parla di 422.64 ogni 100mila abitanti per i furti in appartamento, a seguire 88.8 per i furti d’auto e 147.82 per scippi e borseggi, dati questi che preoccupano e non di poco la sicurezza in cui verte la provincia. Dato che invece lascia dubbiosi, quello riguardante i reati legati agli stupefacenti per cui la nostra provincia si posiziona al 17esimo posto della classifica, con 38.29 reati ogni 100mila abitanti; non un’emergenza insomma, che lascia il dubbio di un’attenzione eccessiva da parte della Polizia Locale ducale rispetto ad altri tipi di illecito.