Tra messe, feste in parrocchia e tanti, tanti ravioli. Scatta il conto alla rovescia per la festa di San Carlo all’omonima parrocchia alla frazione Piccolini: una ricorrenza particolarmente sentita dai “piculinat”, sempre devoti e affezionati al santo di Arona.
LA FESTA Il programma della festa patronale comincerà lunedì 4 novembre, il giorno preciso della ricorrenza: alle ore 21, all’interno della chiesa parrocchiale, si terrà la messa solenne in onore di San Carlo. La festa si farà più viva a partire dal week end: sabato 9, dalle ore 15, si partirà con gli eventi in parrocchia dedicati ai più giovani con truccabimbi, gonfiabili, animazione, castagne, cioccolata e (per i più grandi, ovviamente) vin brulè. Alle 20, mangiata in compagnia con l’apericena “San Carlo”: l’evento, a prenotazione obbligatoria (al 3711249709, numero al quale è possibile chiedere anche informazioni generali) sarà al costo di 10 euro, pagabili in oratorio. Domenica 10 novembre le celebrazioni entreranno nel vivo: alle ore 10 in chiesa sarà recitata la messa in onore del patrono dei Piccolini, mentre dalle 14.30 all’oratorio ripartiranno gli eventi dedicati ai bambini, con l’animazione a cura dell’associazione Angeli Colorati, e ai loro genitori, che potranno gustare salamelle, birre, cioccolate e vin brulè.
RAVIOLI Durante il week end di festa sarà possibile acquistare i ravioli, piatti caratteristici della frazione, che saranno disponibili sia pronti d’asporto, sia crudi. Per i piatti d’asporto, le varietà saranno quelle della tradizione dei Piccolini: in burro e salvia (5 euro) e al brasato (6 euro). Il chilo di ravioli crudi, invece, sarà disponibile al costo di 15 euro. I ravioli saranno da prenotare in oratorio e saranno distribuiti anche in caso di pioggia. «Anche quest’anno festeggiamo il patrono della frazione – spiega il parroco don Moreno Locatelli – se tutto va bene riusciremo anche a benedire il restauro della facciata di San Carlo. Sabato e domenica si svolgeranno le celebrazioni comunitarie: non mancheranno ovviamente i ravioli, come vuole la tradizione».
Alessio Facciolo