Sforzesca, i fanghi spaventano ancora

«Quando porto a spasso il cane mi lacrimano gli occhi». Non è un caso isolato perché c’è anche chi non riesce più a concedersi passeggiate in campagna «a causa di odori che rendono l’aria quasi irrespirabile». La Sforzesca il venerdì e il sabato sera, con il suo circolo della Cooperativa Portalupi, è un luogo di ritrovo e svago per ragazzi, amici ma anche pensionati che si concedono qualche partita a carte o al biliardino.

FANGHI Durante la settimana, però, i residenti della frazione si ritrovano ancora a fare i conti con lo spandimento dei fanghi. «Temiamo che possa essere contaminata la falda – denuncia un residente – abito alla Sforzesca da tanti tempo ma ora mi ritrovo a fare i conti con il rischio dell’inquinamento. Vorrei tanto che il Comune si facesse sentire con gli enti competenti, visto che è almeno da un anno che non abbiamo più visto nessuno fare controlli». Chi abita vicino alla falda ha sempre il timore che «l’acqua che usiamo anche per pulirci possa essere contaminata. A novembre 2023 si era tenuto un incontro con il sindaco Ceffa e l’assessore Semplici, che avevano promesso più controlli. Di questi controlli, però, non abbiamo visto nemmeno l’ombra». Gli uffici della provincia di Pavia avevano già riferito che

la falda non rischia di essere contaminata. I fanghi non toccano l’acqua. Le aziende che hanno ricevuto l’autorizzazione allo spandimento devono segnalare il periodo esatto in cui iniziano a spandere. A noi risulta tutto sotto controllo.

L’Araldo se ne era occupato la scorsa estate con un’inchiesta approfondita interpellando tanto Piazza Italia quanto l’azienda coinvolta; la Provincia è competente per il rilascio delle autorizzazioni, una competenza delegata dalla Regione che, per i fanghi, ha stabilito modalità di spandimento alquanto stringenti proprio per contenere gli odori. I residenti della Sforzesca però questi odori li sentono e vorrebbero «più controlli e analisi».

SOCIALITÀ Se si pensa alla Sforzesca si pensa sì ai fanghi ma anche alla Portaluppi, uno dei principali, ma anche dei pochi, spazi di ritrovo rimasti in città. Ed ecco che arrivano altre richieste da chi vive nella frazione: «A Vigevano mancano gli spazi per suonare e fare musica. C’era il Dubh Linn, ma ha chiuso. Sarebbe bello per noi giovani che in città ci fossero più spazi per suonare in compagnia, per darci modo di divertirci e di trascorrere una piacevole serata in compagnia. Anche perché, per fare tutto questo, spesso e volentieri siamo costretti a spostarci fuori città. A questo proposito speriamo che i lavori alla Cooperativa possano finire nel minor tempo possibile». Garlasco, Mortara, Cilavegna, Gambolò: alla Portalupi arrivano ragazzi, lavoratori da vari comuni del territorio lomellino. Quasi tutti hanno notato l’intensificarsi «di controlli da parte della polizia locale. Certo non sarebbe peccato se anche in altre zone periferiche della città ci fossero più controlli».

Edoardo Varese

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