«Grande soddisfazione per un’opera che deve essere realizzata, nonostante qualcuno abbia fatto di tutto per impedirlo».
VERDETTO Il Tar del Lazio conferma la legittimità del progetto della Vigevano-Magenta e il sindaco ducale Andrea Ceffa si toglie più di un sassolino dalla scarpa nei confronti della Città Metropolitana di Milano, dei comuni di Albairate, Cassinetta di Lugagnano, Boffalora Sopra Ticino, dell’associazione per il Parco Sud Milano Ets, in sostanza di tutti gli enti che si erano schierati contro la realizzazione dell’opera infrastrutturale, appellandosi anche al Tar del Lazio. Lo scorso venerdì però è arrivato il verdetto dei giudici amministrativi di Roma che hanno ribadito nero su bianco il fatto che non sussiste nessuna illegittimità
nella procedura di approvazione dei progetti definitivo ed esecutivo dell’infrastruttura “SS 11-494 Padana Superiore e Vigevanese, collegamento tra la SS 11 a Magenta e la Tangenziale ovest di Milano-Variante di Abbiategrasso e adeguamento in sede del tratto Abbiategrasso-Vigevano fino al Ponte sul fiume Ticino.
RISVOLTI Una vicenda articolata e dai tanti risvolti. Lo scorso gennaio il Tar di Regione Lombardia, facendo presente che l’opera infrastrutturale aveva carattere nazionale, si era astenuto dal prendere ogni decisione in merito al ricorso presentato dai Comitati sulla fattibilità dell’opera e sul conflitto d’interessi del commissario Eutimio Mucilli, il cui nome era emerso a inizio ottobre all’interno di una maxi indagine che aveva travolto Anas. La palla è quindi passata in mano al Tar del Lazio che ha posto fine alla controversia. Gli enti promotori del ricorso possono ancora rivolgersi al Consiglio di Stato, ma è alquanto improbabile che si possa arrivare a un ribaltamento del verdetto emesso dai giudici amministrativi di Roma. Ora si può procedere con i lavori: «Parlerò con il commissario Mucilli – annuncia Ceffa – in modo che si possa andare avanti con l’aggiudicazione definitiva della gara e con l’avvio dei lavori. Non ci resta che aspettare la sottoscrizione del contratto per l’esecuzione dei lavori per la tratta C, che arriverà a breve».
LE RAMPE Tratta C da una parte, rampe d’accesso al ponte sul Ticino dall’altra: in entrambi i casi il semaforo verde per l’inizio dei lavori è fissato per gennaio 2025. La realizzazione delle rampe d’accesso metterebbe definitivamente la parola fine a una vicenda che va avanti da 13 anni. Nello specifico da quando il cantiere era stato aperto nel 2011 e nel corso degli anni ha visto il fallimento di due ditte e a inizio 2019 il licenziamento della Polese. L’appalto era in seguito stato assegnato al Consorzio Pangea. A novembre 2023 il ponte era infine stato collaudato con l’uso di automezzi pesanti, nello specifico tre automezzi da 40 tonnellate e 14 da 45 tonnellate. Dal test era emerso che l’opera rispondeva a tutte le esigenze richieste: «Confidiamo che la ditta possa essere trovata nel giro di qualche mese».
Edoardo Varese