Ordine dei Medici: «Fase 2, decisiva sinergia medici-Ats»

Anche in Provincia di Pavia si è concluso il lockdown. Per fare il punto della situazione e valutare i rischi della ripresa, L’Araldo ha intervistato il presidente dell’Ordine dei Medici provinciale Claudio Lisi. Mentre l’Italia procede nella cosiddetta “fase 2”, è possibile fare un bilancio di cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato a livello lombardo durante la “fase 1”?

«L’arrivo del Covid è stato uno tsunami, che ha travolto tutto e tutti non soltanto nel nostro Paese e nella nostra Regione. È evidente che quello che abbiamo vissuto è stato un periodo eccezionale, di crisi tanto per la popolazione quanto per i medici. In questa situazione di emergenza si sono verificate alcune criticità nella presa in carico da parte delle strutture ospedaliere, che però hanno retto molto bene se consideriamo l’enorme numero di accessi che si è registrato all’inizio dell’epidemia».

È invece sul territorio che si sono registrate le maggiori difficoltà, con i medici di medicina generale che troppo spesso non sono stati messi nelle condizioni adeguate per prestare la dovuta assistenza ai pazienti

Claudio Lisi
Claudio Lisi (presidente Ordine Medici Pavia)

A livello provinciale com’è la situazione del contagio oggi?

«I dati sono in costante calo, e questo fa ben sperare. Lo vediamo soprattutto dai pochissimi accessi in pronto soccorso di pazienti Covid e dal quasi azzeramento dei nuovi ricoveri legati a questa patologia. Gli ospedali stanno gradualmente ritornando alle normali attività pre-coronavirus, chiudendo i reparti speciali aperti nei mesi scorsi».

Quali sono i rischi che corriamo sul territorio pavese ricominciando a uscire e a riattivare il settore produttivo?

«Nella fase 1 dell’emergenza, mettendo sul piatto della bilancia l’economia e la salute, si è deciso giustamente di chiudere le attività produttive. Questa decisione ci ha permesso di raggiungere gli obiettivi che ci si era preposti, ma ora, dopo il primo momento della fase 2, si è deciso di dare una spinta maggiore alla ripresa delle attività economiche e per questo dobbiamo porre più attenzione, soprattutto perché andiamo incontro a un aumento dei contatti tra le persone».

È indispensabile rispettare in modo ancora più scrupoloso le indicazioni che già ben conosciamo per prevenire il contagio, dal lavaggio delle mani al mantenimento delle distanze fino all’uso della mascherina

sede Regione Lombardia
sede Regione Lombardia

Regione Lombardia ha approvato la delibera XI/3114 (7-5-2020) in cui si prevede di fare e analizzare «tempestivamente» i tamponi per tutte le persone con sintomatologia riconducibile a Sars-CoV-2, con l’isolamento preventivo del soggetto e degli individui entrati a stretto contatto. La richiesta dell’esame diagnostico spetta al medico di medicina generale (o al medico competente per altri casi di specie), mentre Ats di Pavia dovrebbe garantire l’esame e attivare insieme ai medici la sorveglianza e il tracciamento. Questo sistema è già operativo? Funzionerà appieno o ci sono ostacoli a frenarlo? Quali sono le criticità?

«Sì, è già operativo: il medico di medicina generale ha il compito di segnalare i casi sospetti all’Ats, che provvederà ad applicare le procedure del percorso. Le criticità potrebbero essere legate al numero di tamponi disponibili e alla giusta coordinazione tra gli attori preposti, che sarà necessaria per l’adeguata realizzazione di tutto il sistema. È però ancora presto per dirlo: anche in questo caso bisognerà monitorare costantemente la situazione e riorganizzarla al meglio se dovessero emergere eventuali criticità durante il percorso».

Mascherina

I medici di medicina generale diventano centrali nel protocollo disegnato dalla Regione, ma hanno gli strumenti per portare avanti quanto gli è richiesto? Finora hanno avuto l’accesso ai test diagnostici previsti dalla delibera per gli assistiti con sintomi? Hanno ricevuto e stanno ricevendo il supporto necessario dalle istituzioni e dagli organismi sanitari per l’attività che gli è demandata?

Centrale rimane la questione dei Dispositivi di protezione individuale, come diciamo fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Se gli operatori sanitari fossero stati dotati da subito di tutti gli strumenti necessari, molti dei contagi si sarebbero potuti evitare

Anche se oggi c’è certamente maggior disponibilità di Dpi, come Ordine provinciale continueremo a vigilare su questo aspetto, per tutti i medici, ma in particolare per quelli di medicina generale: essi infatti sono la prima linea nella gestione dei pazienti sul territorio. Per i tamponi non è possibile al momento esprimere un parere sulla disponibilità, mentre per le cure è necessario fare in modo che i medicinali che prescriviamo siano effettivamente disponibili nelle farmacie. Insomma, occorre essere pronti a qualsiasi evenienza, perché un’eventuale ripresa dell’infezione non ci deve nel modo più assoluto cogliere impreparati».

Lettera sindacati - mancano dpi, personale, tamponi

Le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil) hanno scritto una lettera ad Ats e Prefettura per lamentare la carenza di personale, dpi, tamponi per il personale sanitario nelle case di riposo. Dal punto di vista dell’Ordine dei Medici, avete una fotografia della situazione in cui opera il personale medico e sanitario nelle rsa e negli ospedali?

«Le rsa sono state in sofferenza per la grave mancanza di Dpi, ma in particolare per la carenza di una cabina di regia per la gestione dei pazienti Covid e per aver ricoverato soggetti positivi. Dall’inizio dell’emergenza le condizioni sono migliorate. In questi giorni l’Ats sta provvedendo a eseguire i tamponi sia al personale sia agli ospiti: questo permetterà di poter meglio agire individuando i soggetti positivi, anche se spesso è difficile trovare personale sufficiente e spazi adatti all’isolamento. Pure negli ospedali la situazione evolve in modo favorevole, e questo anche grazie alla campagna degli esami sierologici. Tuttavia non dobbiamo ancora abbassare la guardia, e porre grande attenzione affinché l’azione di prevenzione sia valida ed efficace».

Avete avuto un’interlocuzione con Ats di Pavia a riguardo delle esigenze dei medici attivi sul territorio (di famiglia e ospedalieri)? Quali sono le criticità e che risposta, eventualmente, avete avuto?

Con l’Ats siamo in contatto costante e stiamo agendo con l’intento di evidenziare, segnalare e risolvere tutti i problemi che di volta in volta si sono presentati e si presentano. Sia da parte dell’Ordine sia da parte di Ats c’è una fattiva collaborazione

Giuseppe Del Signore

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