Questa solennità di Cristo Re, che chiude un cammino per aprirne un altro, ci porta alla meta e svelamento della nostra vita, che ha un suo inizio e un suo termine, cioè incontro col Signore Gesù. Incontro, in questo anno liturgico B rispetto all’anno A e C, lo abbiamo tra Pilato e Gesù in quel processo farsa, tra un uomo in ricerca non limpida e il Figlio di Dio, tra il potere umano debole e il “potere” dono della Vita.
Nelle domande poste da Pilato sull’essere re di Gesù e la risposta che ci consegna Gesù, abbiamo lo svelamento di Cristo, nella sua logica lontana da una certa tipologia di mondo che abbiamo nella nostra concezione, da quel mondo prepotente delirante a quello in ricerca della vita oblativa donante nel Figlio di Dio. Nel suo essere figlio primogenito, che apre la strada per noi, Gesù conferma il suo essere venuto nel mondo per portare testimonianza alla verità, il suo essere luce da luce, Dio vero da Dio vero, sull’altare della Croce, liberando il cammino povero e corrotto dell’uomo.
Questa potenza di vita data dal Figlio, conferma il suo potere eterno d’amore, come ci richiama il profeta Daniele nella prima lettura di questa domenica, potere di liberazione dal peccato, dalla morte eterna in quel dono di vitalità per mezzo del Suo sangue.
La festa di Cristo re ci ricorda questa dinamica liberante e di risurrezione per noi ed è parte costitutiva del nostro cammino da discepoli, dentro la domanda del vangelo di Marco che ci ha accompagnato in questo anno liturgico, cioè: “Chi è Gesù Cristo?”. Cogliamo in Colui, come afferma Apocalisse, che è l’Alfa e l’Omega, l’inizio e la fine e scopriremo che qualcosa in noi cambierà. Buon cammino in Cristo!
don Alessio Casoni