Andare a fondo. Espressione caleidoscopisca che svela una multiformità di opzioni come: sprofondare, toccare il fondo, approfondire, appurare, toccare il limite, rendersi conto di quali meschinità siamo capaci, colare a picco. Questo e altro ci svela il battesimo del Signore. Colui che è senza peccato viene battezzato da Giovanni nel fiume Giordano per fare una esperienza e così diventare esperto. È san Paolo che al capitolo 11 di Romani esclama:
o profondità della ricchezza e della sapienza di Dio!” “O bàtos”!.
Gesù inaugura la sua missione apertamente svelata a Israele con questo sprofondamento, con un bagno di umanità. L’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, diviene esperto di cosa voglia dire essere uomo nell’incontro (il primo) con il mistero del male, nella folla dei peccatori in fila.
AFFONDARE Con l’immersione nell’acqua, il Figlio di Dio va a fondo, dichiara in termini simbolici la realtà sacramentale della sua presenza in mezzo agli uomini: il battesimo con cui il Padre gli chiede di rendersi vero figlio dell’umanità attraverso il contatto con il mondo degli uomini segnato dal peccato.
APPROFONDIRE Gesù vuole che si “compia ogni giustizia” nel suo farsi in tutto simile al peccato pur non avendo peccato e quindi portare nel cuore di Dio l’esperienza tutta umana del male per distruggerlo in quel “battesimo” che dovrà ricevere sulla croce.
TOCCARE IL FONDO Secondo questa espressione chi tocca il fondo è arrivato al massimo dell’abiezione umana, nel compiere qualcosa di orribile. Gesù occupa l’ultimo posto per provare sulla sua pelle l’abissale distanza da Dio contratta dall’uomo col peccato, per salvare (e far risalire) tutti coloro che più in basso di così non possono andare, perché c’è già lui.
TOCCARE IL LIMITE L’esperienza scelta da Gesù ci interroga oggi se abbiamo avuto finora la schiettezza di dire a noi stessi fino a quale punto ci siamo spinti lontani da Dio per riprendere la strada del ritorno a lui.
Sprofondare. Dal giorno del nostro battesimo siamo stati sprofondati nell’abbraccio trinitario del Dio che è fornace d’amore, cose ne abbiamo fatto di questo dono? È una molla propulsiva che ci impegna nel mondo ad essere membra vive del Cristo oppure una palla al piede segnata da scadenze e tappe lontane dai significati profondi della vita?
Gesù, col battesimo, sceglie liberamente le necessarie conseguenze della lotta contro il male: colare a picco. Gesù ci muore nel compiere la volontà del Padre di ricondurre a lui l’uomo allontanatosi per la ribellione peccaminosa da Adamo in poi. Viene da chiedersi quale prezzo io sono disposto a pagare per la mia fede in colui che ha dato la vita per me. Ecco allora che se questa festa ci conduce a ripensare il nostro appartenere a Cristo e l’altissima dignità che egli ci ha donato, viene davvero da esclamare con Paolo: «O bàtos della ricchezza e della sapienza di Dio!».
don Andrea Padovan