Don Bosco: l’attualità evangelica della sua proposta educativa

Nelle comunità e negli oratori è viva e diffusa la devozione per san Giovanni Bosco, il patrono dei giovani e degli oratori: i festeggiamenti in onore del Santo rendono ancora bella, viva e attuale la proposta evangelica ed educativa che don Bosco ha lasciato. Nelle novità inedite del tempo e della società di oggi, più che mai l’attenzione al mondo giovanile nella vita della Chiesa è importante e degna di attenzione.

NIENTE ECCESSI Tuttavia affrontare il tema dei giovani nella Chiesa comporta il rischio di incorrere in due atteggiamenti estremi. Il primo è quello di rimpiangere un passato glorioso, nel quale tutto sembrava funzionare in meglio, dove «c’erano ancora religione e valori»: questo atteggiamento rischia di paralizzare ogni slancio innovativo, confinando la Chiesa in una sterile nostalgia. Poi c’è un altro rischio, insidioso quanto distruttivo, cioè quello di una Chiesa che esalta in maniera patetica i giovani, come i migliori in grado di fare grandi cose rispetto ai “vecchi decrepiti” che rallentano la vita ecclesiale. Questo approccio deleterio manifesta una Chiesa populista che vuole attirare truppe di ragazzi da spostare nelle piazze per urlare al mondo di essere ancora una Chiesa giovane, moderna e al passo coi tempi, appiattendoci a tutte le altre realtà del mondo. Ma è questo di cui i giovani hanno davvero bisogno? Di preti e adulti che scimmiottano i giovani?

SOSTEGNO Forse, i giovani necessitano di adulti che incoraggino e accompagnino le nuove generazioni alla sfida della ricerca della felicità, della vocazione a cui Dio li chiama a comprendere come rendere bella la casa comune, donando la loro vita ai fratelli. Hanno bisogno di una Chiesa che li sostenga nel momento del lutto, del disorientamento, della solitudine. Hanno bisogno di una Chiesa che aiuti loro a scoprire

a quale speranza sono stati chiamati.

Si preferisce esaltarli, anestetizzando le coscienze e trascinandoli nella logica della vita vissuta come un grande party dove c’è bisogno solo di iniziative spassose che attirano, in concorrenza ad altre realtà: col tempo poi i giovani vanno altrove, trovano di meglio rispetto alla Chiesa.

DON BOSCO O PETER PAN? In questo scenario, l’esperienza di fede viene ridotta a una preghiera marginale, «breve, per non annoiarli», trascurando l’importanza di educarli a una vita spirituale profonda e consapevole. Inoltre, si tende a rinunciare alla formazione seria, con la giustificazione che «non bisogna annoiarli o farli scappare». Don Bosco ricorda a tutti quanto sia importante amare i giovani, ma con il desiderio di accompagnarli non a essere dei ridicoli ed eterni “Peter Pan”, ma dando valore e dignità al desiderio di diventare adulti: solo così Chiesa sarò rianimata dalle speranze e dal futuro dei giovani.

don Paolo Butta, vicedirettore Pastorale Giovanile

Le ultime

Vigevano, dalle opposizioni fronte unito per le dimissioni

Dall’estrema sinistra ai sovranisti, tutti in marcia per chiedere...

Gambolò, sconti per la mensa scolastica

Due assemblee con i genitori a distanza di pochi...

Invisibili / Senza fissa dimora, i nuovi “lebbrosi”

Ci sono persone che sono talmente marginali che neppure...

Lourdes, una carezza sul cuore

«L’oscura cavità s’illumina e, in quella luce, un sorriso,...

Login

spot_img

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui