Albonese e Nicorvo sono collegate dalla strada che porta a Robbio.
PAESI COLLEGATI Del primo paese, venendo da Cilavegna, si vede subito sulla destra la casa di riposo, un grosso stabile dell’opera Charitas, poi il campo sportivo. Da lì, passato il crocevia, andando dritto si arriva a Nicorvo, dove sulla sinistra c’è la Madonnina, la chiesa del patrocinio che accoglie i pellegrini; poi a destra si trovano l’oratorio, l’ostello della via Francigena e la parrocchia. Don Riccardo è arrivato nel 2017 e da allora, nonostante i suoi impegni in curia con la Pastorale scuola, non manca mai a un appuntamento del Comune, delle Pro loco o di altre associazioni. «Qui trovo bene, sono paesi rurali, di agricoltori: la domenica c’è la messa e poi si va a bere il caffè al bar. È tutto molto molto familiare, c’è un senso di comunità. Nicorvo ha la particolarità dell’accoglienza ai pellegrini della via Francigena, ogni anno ne passano 400.

SENSO DI COMUNITA’ Ad Albonese si ricordano ancora don Vittorino che ha fatto costruire tutto quello che c’è in paese dal punto di vista parrocchiale, ma i miei predecessori sono stati tanti: ce ne sono sei viventi e quindi vuol dire che sono stati anche poco però tutti hanno dato un’impronta affinché la comunità si debba prendere cura di se stessa». E l’oratorio? «Non abbiamo proprio un gruppo di animatori, perché i ragazzi che lo frequentano sono pochissimi, ma vengono quando ci sono eventi organizzati, come feste o altro. A Nicorvo c’è il catechismo, per Albonese invece non sono tantissimi, perché molti vanno a Mortara dove frequentano anche la scuola. Io preferisco così, che facciano una vita di gruppo dato che li è possibile.
FARE LE COSE INSIEME Quindi direi che il più che il catechismo e l’oratorio c’è organizzazione nel fare insieme il presepe piuttosto che aiutare la biblioteca a organizzare qualche evento». Siamo nel periodo natalizio: qual è l’augurio che ti senti di fare ai tuoi parrocchiani? «Ad Albonese auguro sempre più la comunione, l’unità: trovare veramente il motivo bello di fare le cose insieme e capire che il bene comune è più importante della propria idea. A Nicorvo auguro di rimanere viva per tanto tempo perché l’età media si innalza (anche se è vero che qualche nuova famiglia è venuta ad abitare qui) e perché è uno degli unici tre punti di accoglienza della via Francigena. Poi c’è un sindaco bravissimo che si preoccupa di tante cose».
Con entrambi i Comuni c’è una bellissima collaborazione, si creano le condizioni per l’unità tra vita sociale e comunità cristiana: potrei dire che tante volte i miei sindaci fanno i parroci.
«Il don è sempre presente»

«Don Riccardo è sempre presente nella vita del paese». Lo afferma Innocenza Leva, sindaco di Albonese: «Per sagre, premiazioni, eventi sportivi, lui c’è. Non abbiamo mai avuto problemi, anzi abbiamo anche messo a disposizione dell’oratorio i locali della biblioteca. Poi quest’anno il Grest è durato tanto, da giugno a settembre, e in occasione dell’anno dedicato a san Francesco abbiamo organizzato una gita a Orta insieme a Nicorvo. Inoltre per i 100 anni del primo presepe c’è stato il concorso dei presepi ideato dalla biblioteca con la parrocchia. Siamo contenti di avere don Campari come parroco e speriamo di tenerlo a lungo con noi». Sulla stessa linea Michele Ratti, sindaco di Nicorvo: «Dire che la collaborazione tra Comune e parrocchia è ottima, è poco. Si viaggia in sintonia nel gestire quella che è una comunità unica. Non tutti frequentano la chiesa, ma siamo sulla stessa barca. Il parroco è sempre presente, al convegno sulla Francigena c’era, e ci dà una mano per gli aspetti amministrativi legati alla Curia, come il progetto per il restauro della chiesa della Madonnina, presentato alla cittadinanza dall’architetto Daniela Bio. Stiamo anche costituendo un comitato per snellire i tempi burocratici dei lavori».
Davide Zardo