Il consiglio Fnopi approva il nuovo codice deontologico infermieristico

Tempo di rinnovi per gli infermieri italiani che hanno visto la pubblicazione del nuovo codice deontologico che mira a favorire il riconoscimento delle competenze specifiche di questa figura sanitaria. Il documento, approvato all’unanimità lo scorso 21 febbraio e pubblicato il 22 marzo dal consiglio nazionale della federazione, ha visto la sua presentazione ufficiale al terzo congresso nazionale della Fnopi a Rimini, un’occasione per riflettere sui tre temi fondanti del lavoro ovvero normativa, società (educazione e comunicazione) e professione.

RETRIBUZIONE Non solo una riflessione su temi normativi e sociali, ma anche su questioni più concrete, prima su tutte quella dell’equo compenso per il libero esercizio. «Nell’articolo 39 si dice proprio che “l’infermiere si adopera affinché sia rispettata la leale concorrenza e valorizza il proprio operato anche attraverso il principio dell’equo compenso” – commenta Matteo Cosi, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Pavia – Un passaggio che evidenzia una criticità in questo periodo storico e che mira alla giusta valorizzazione della professione». Valorizzazione che gli infermieri ora più che mai vogliono raggiungere attraverso il riconoscimento delle loro competenze. «Ad oggi il codice deontologico guarda proprio in direzione del riconoscimento delle competenze – conclude Cosi – Coloro che sono stati formati come infermieri specialisti, come gli ortottisti, fisioterapisti e infermieri vulnologi, hanno diritto ad avere un margine di responsabilità e di competenza da mettere in gioco nella sanità. Una competenza che può avere una ricaduta più che positiva sulla salute dei cittadini, sulla territorialità, ma soprattutto sull’abbattimento delle liste di attesa».

FUTURO «Il codice deontologico è uno dei tre elementi, insieme ai percorsi formativi e al profilo professionale che traccia la linea dell’infermiere del futuro – continua il presidente di Opi Pavia – Uno strumento che ci permette di costruire le basi per quelli che saranno la prescrizione infermieristica dei presidi e lo sviluppo professionale delle nuove leve. Il tutto con uno sguardo in direzione del riconoscimento delle competenze». Codice che vuole essere un collegamento tra l’infermiere del passato e quello del futuro.

Il nuovo codice è un po’ il riassunto degli ultimi sei anni di storia infermieristica – continua Cosi – Come struttura si basa su quello del 2019 e il numero di articoli in quantità è rimasto sostanzialmente simile ovvero 55.

Nonostante vi siano dei nuovi aspetti, restano sempre validi i capisaldi della professione. «Ci sono alcuni elementi che per noi sono fondamentali – spiega – tra questi, il passaggio che il tempo di relazione ovvero il tempo speso a parlare con i pazienti, è un momento che va riconosciuto e misurato perché parte del processo assistenziale». Ma anche delle novità, tra le quali «il rafforzamento di concetti quali la donazione, la volontà dei minori e la comunicazione, quest’ultimo un tema che si è evoluto molto negli ultimi anni e per cui era necessaria una regolamentazione etica».

Rossana Zorzato

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