Cilavegna, «il sindaco Maggio deve dimettersi»

Volano già gli stracci al secondo consiglio comunale di Cilavegna. Dopo quello dell’insediamento va in scena quello degli attacchi al sindaco da parte dell’ex assessore Valeria Sacchetti, alla quale sono state revocate le deleghe.

GOVERNO ILLEGITTIMO Sacchetti arriva a definire l’amministrazione comunale “illegittima” e a chiedere le dimissioni del sindaco Manuel Maggio, dal momento che è stata la candidata più votata e che oggi è passata all’opposizione, togliendo il proprio sostegno (e quello degli elettori) alla maggioranza. «Mi sono da subito messa all’opera – ha detto – per attuare le linee di programma, e lo ho fatto in piena condivisione con la maggioranza di cui facevo parte, come comprova il fatto che ho sempre votato a favore di tutte le proposte di delibera presentate, sia in giunta che in consiglio. Dopodiché, immotivatamente, il sindaco ha repentinamente deciso di revocarmi le deleghe e l’ha fatto senza neppure preventivamente convocarmi per un (doveroso) tentativo. Così facendo potrei dire che il sindaco si è assunto tutta la responsabilità di un atto amministrativo così grave sotto il profilo giuridico e politico e che lo ha fatto senza neppure aver provato a cercare alternative meno e traumatiche nell’interesse della collettività di Cilavegna, che avrebbero scongiurato la rottura della maggioranza dopo solo due mesi dal suo insediamento».

Proprio su questo tema Sacchetti si è riservata il diritto di procedere eventualmente per vie legali, perché ritiene il provvedimento arbitrario e illegittimo.

INGERENZE POLITICHE A pesare sui rapporti difficili tra la lista e l’assessore sono state le ingerenze della politica in quella che era nata e si era definita come lista civica. «La lista alla quale ho deciso di garantire il mio appoggio – spiega – è nata come Lista Civica, ossia un contenitore di idee e progetti per Cilavegna, senza essere espressione di un partito politico. Prima di accettare la candidatura, ho più volte chiesto conto, ricevendo ampie rassicurazioni. Solo ora mi rendo conto che la lista civica alla quale ho aderito era un cavallo di Troia che ha surrettiziamente consentito alla sinistra di tornare ad amministrare il comunale. Insomma era una lista civetta, più che una lista civica. Ripercorrendo quanto accaduto negli ultimi mesi, valutandolo con spirito critico e consapevole, realizzo solo ora che all’interno del gruppo di maggioranza vi sono azioni eterodirette a livello partitico, da soggetti che non sono stati eletti alle scorse elezioni e che, a quanto mi consta, hanno tuttavia partecipato a riunioni con la giunta e i consiglieri alle quali non sono stata invitata, probabilmente anche per decidere la revoca delle mie deleghe».

NESSUNA INFLUENZA Da parte del sindaco sono state rimandate al mittente tutte le accuse. «Non c’è stata nessuna ingerenza esterna nella mia decisione di revoca delle deleghe – ha detto – e non abbiamo mai tenuto alcuna riunione con altri».

Andrea Ballone

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