Moreschi, arrivano i creditori

Moreschi, dopo il fallimento si passa a batter cassa. Sono 270 i soggetti che, a vario titolo, ritengono di essere creditori di una qualche somma da parte dello storico calzaturificio vigevanese. Il 4 novembre scorso sono scaduti i termini per presentare domanda di insinuazione nel fallimento dell’azienda, decretata nel mese di luglio. Si tratta di dipendenti, fornitori, ma anche i proprietari dell’immobile di via Cararola: tutti coloro che, insomma, ritengono di avere cifre inevase da parte della Hurleys, il fondo svizzero che dal 2020 detiene marchio e azienda.

LAVORATORI Chi di loro avrà diritto ai crediti lo si scoprirà fa poco meno di un mese, il 4 dicembre, quando il tribunale di Pavia confermerà il fallimento dell’azienda: a quel punto, o si provvederà a saldare per quanto possibile i creditori o l’udienza sarà rinviata per reperire maggiori informazioni. In caso di pagamento dei crediti, la precedenza la avranno gli ex dipendenti: i 25 licenziati direttamente dal curatore fallimentare a luglio, i 59 operai lasciati a casa a maggio che ancora non hanno ricevuto le ultime mensilità e addirittura alcuni dei dipendenti licenziati a luglio 2023, ai quali non sono state pagate le festività. «Siamo in attesa dell’udienza di dicembre che forse stabilirà e ci assicurerà il nostro dovuto – racconta Sergio Currao, tra gli operai lasciati a casa a maggio – sono stati mesi difficili, senza un lavoro. Fortunatamente esiste la Naspi. Trovare lavoro per quelli della mia età non è facile, personalmente mi ritengo fortunato perché, toccando ferro, sono vicino ad un impiego importante che mi possa portare alla pensione: non tutti però purtroppo riescono a trovare».

Dopo l’8 dicembre sapremo qualcosa di più riguardo la nostra questione Moreschi, sperando in un epilogo positivo per noi e per tutti i creditori.

LA FABBRICA Intanto, in via Cararola lo stabile che ospitava la fabbrica è chiuso e vuoto, con le catene ai cancelli che impediscono l’ingresso a chicchessia. Quanto rimarrà così? Difficile dirlo. L’area attualmente è di proprietà della Cotto Srl, società alla quale il fondo Hurleys aveva venduto capannoni e terreni alla fine del 2022 e per utilizzare i quali pagava un affitto mensile. Questo in teoria, perché le due società già nei mesi precedenti al fallimento erano in lite proprio per tali somme: secondo i proprietari di Moreschi, non solo loro non dovevano corrispondere nulla per gli affitti, ma anzi era la Cotto a dove pagare una cifra importante per l’acquisizione dei terreni, somma che avrebbe permesso alla Hurleys di ripianare i propri debiti. Circostanza negata dalla Cotto, che si è vista dar ragione anche dalla terza sezione del tribunale di Milano e ora è annoverata tra i creditori dell’azienda. Al di là delle vicende processuali, restano una fabbrica che non c’è più e dei terreni che rischiano di diventare l’ennesimo grande vuoto urbano in una città che ne ha già molti. Nei mesi scorsi, il sindaco Andrea Ceffa aveva garantito che la destinazione dell’area nel nuovo Pgt (in via di redazione) sarebbe rimasta a uso produttivo: niente supermercati dunque, né complessi residenziali. Un gesto più che altro simbolico: una nuova fabbrica, al momento, sembra un’ipotesi molto lontana.

Alessio Facciolo

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