13 aprile, Domenica delle Palme

Con la Settimana Santa siamo ai vertici del mistero: del male assoluto e dell’amore. Il testo del Vangelo di Luca, il racconto della passione, ci aiuta ad entrare nella “settimana” di Gesù e nostra. Da sempre la comunità cristiana ha capito che la passione, morte e risurrezione di Gesù è il Vangelo che salva. È il centro del messaggio cristiano.

Non a caso ogni annuncio del mistero di Gesù parte da qui. Tre sono i riferimenti che si possono mettere a fuoco nel racconto di Luca. Il primo: la passione di Gesù fa intuire le profondità abissali del male sotto la regia di Satana. La passione è lo scontro più drammatico con il potere delle tenebre. Dopo le tentazioni del deserto, Satana si era allontanato per “ritornare al tempo fissato”. Satana si nasconde in tutte le pieghe del male e sembra risultare vincitore nel segno più terribile della violenza umana: la croce. Tutti contro Gesù. Però Luca sembra temperare il tono drammatico degli altri evangelisti, soprattutto attraverso la contemplazione della persona di Gesù nel suo atteggiamento di paziente misericordia. Questo è il secondo riferimento. La passione si snoda tra il gesto del dono e dell’offerta. Tra il banchetto della Pasqua, con il pane spezzato come “corpo dato” e il calice come “sangue versato”, e la grande consegna nella morte:

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

Tra questi estremi la misericordia di Gesù non conosce limite alcuno: paziente con i discepoli, invito al ravvedimento per Giuda, sguardo compassionevole per Pietro, verità di fronte a Pilato, silenzio inquietante di fronte a Erode… promessa di salvezza per il ladro crocifisso. Ma soprattutto la parola più eloquente della misericordia viene dalla croce: «Padre, perdonali…» Perdona loro! È la misura senza misura della misericordia di Dio. Il terzo riferimento, sguardo, è rivolto ai discepoli. Il Vangelo della passione dice a ogni cristiano: qui sta la tua salvezza, nel corpo donato, nel sangue versato per voi e nello spirito consegnato nelle mani del Padre. I discepoli, noi, siamo quelli che fanno Pasqua nella sua “memoria”, siamo esortati a farci “servi” come lui e a perseverare nelle persecuzioni, portando la croce con lui. Siamo coloro che, in un mondo violento che irride la croce, sanno sperimentare il perdono come il ladrone pentito e riconoscere chi è Gesù, come il centurione. Iniziamo allora la Settimana Santa chiedendo che il Signore aumenti la nostra buona volontà di seguirlo e ci tenga uniti a Lui, affinché, attingendo forza dal suo amore, sappiamo accompagnarlo nella salita a Gerusalemme e fare Pasqua.

mons. Angelo Croera

Le ultime

Papa Francesco, i funerali: «Ora prega tu per noi»

Papa Francesco, prega ora tu per noi. Un appello...

Quella carezza nel cuore dei fedeli

Tra le associazioni ecclesiali vigevanesi che più hanno seguito...

Letti e piaciuti / Cambiare l’acqua ai fiori

Violette Toussaint è la custode di un cimitero in...

27 aprile, II Domenica di Pasqua

C’è un uomo che non se la sente di...

Login

spot_img