E l’opposizione chiede dimissioni in blocco

La minoranza dice «Basta» e lancia il presidio per chiedere le dimissioni di sindaco e giunta. Dopo la mozione di sfiducia bocciata dal consiglio comunale, le forze d’opposizione si appellano alla mobilitazione popolare per far terminare l’esperienza dell’attuale amministrazione, nonostante (e anzi soprattutto) alla luce delle recenti trattative politiche che ne vedrebbero un allargamento e quindi una ritrovata stabilità.

PRESIDIO «Siamo scandalizzati da questo mercimonio di poltrone, mentre la città vive un momento difficoltà epocale». Ci va giù dritto per dritto Luca Bellazzi, del Polo Laico, riferendosi all’ingresso in maggioranza (ancora da ufficializzare) del gruppo di Forza Italia Ppe. Movimenti politici che hanno fatto scattare l’idea di un presidio per esprimere dissenso: all’evento, data e location ancora da definire (ipoteticamente per la metà di febbraio), aderiranno le forze di minoranza in consiglio (Pd, Polo Laico, Movimento 5 Stelle, Partito Liberalconservatore), Rifondazione Comunista ed esponenti della società civile. Da loro, ci tengono a precisare gli esponenti di minoranza, arriva la richiesta e la proposta di una mobilitazione per il ritorno alle urne. Con quali modalità condurre questo presidio, ci si sta ragionando su: c’è chi pensa a una raccolta firme, mentre Furio Suvilla (Liberalconservatori) rilancia la sua idea di consiglio dei cittadini.

L’obbiettivo resta comunque quello di coinvolgere più persone possibile.

FRONTE COMUNE Un fronte comune contro una maggioranza piena di crepe, secondo l’opposizione: «Alla manifestazione in solidarietà a Ceffa mancavano Fi e Fdi, mancava il vicesindaco: nel centrodestra c’è una spaccatura – è il parere di Alessio Bertucci, Pd – l’unico collante che li tiene insieme sono le poltrone». Cambiare è l’unico modo per tornare a poter tornare a ripensare la città: «C’è un grosso problema anche negli uffici, senza assessori che detitno una linea politica – dice Bellazzi – la nostra città non può più permetterselo».

Alessio Facciolo

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